Allo Sferisterio gomito a gomito: che emozione

Finali di Musicultura: ripristinata la massima capienza. Un’incontenibile voglia di scatenarsi dopo due anni di restrizioni culturali

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di Lorenzo Monachesi

"La musica è terapeutica, sconfigge molte paure, ma purtroppo non sconfigge la realtà della violenza". Le parole di Angelo Branduardi hanno riempito lo Sferisterio nella prima serata di Musicultura e l’artista ha cantato in ucraino il ritornello della sua "Alla fiera dell’est". Il Festival, che ha fatto registrare il tutto pieno, ha reso omaggio all’Ucraina invitando sul palco i DakhaBrakha e in Arena i profughi fuggiti dal loro Paese in guerra. "Sono felice – ha detto l’universitaria ucraina Natalia Klymenko – che sia stata data la possibilità di mostrare la nostra cultura: ho i brividi". Allo Sferisterio ha sventolato anche la bandiera di quel Paese martoriato dalle bombe. "Vivo qui nel paese di mio marito – dice Kateryna Abrosymova – e da due settimane sono nostre ospiti mia madre, che è di Odessa, e la mia giovanissima nipote. Una mia sorella è ripartita a Kiev. È stata una serata splendida, i DakhaBrakha sono molto bravi, peccato che abbiano cantato due brani". Musicultura ha fatto centro tra i giovani ospiti stranieri. "È bello – dice l’universitaria ucraina Oleksandra Tokariuk – offrire ai giovani la possibilità di mostrare la loro musica. Io stasera mi sono sentita a casa. Branduardi? Non lo conoscevo, ho apprezzato moltissimo il suo gesto di cantare nella mia lingua". Per la studentessa ucraina Julia Yakovleva è stata una splendida serata. "Bellissima. Tra i concorrenti ho apprezzato anche la proposta di Yosh Wale". Branduardi ha incantato il pubblico con le "Confessioni di malandrino", "Il dono del cervo" ed ha concluso con "Alla fiera dell’est". Applauditissima Ditonellapiaga che ha proposto "Per un’ora d’amore" dei Mattia Bazar del 1975 e "Chimica", l’ultimo successo presentato a Sanremo, con Rettore. Poi Piero Pelù e la chitarra di Ghigo Renzulli dei Litfiba hanno infiammato il pubblico con "Vivere il mio tempo". "Dedico la prossima canzone a quelli che vivono in Ucraina, Kabul, Gaza e nel Sudan del Sud" ha detto Pelù sulle note di "Lulù e Marlene" che ha poi proseguito con l’adrenalinica "Lo spettacolo". I Litfiba sono stati insigniti dell’onorificenza per alti meriti artistici dalle Università di Macerata e Camerino, partner culturali di Musicultura. Si sono esibiti i Violons Barbares, tre formidabili musicisti provenienti da Francia Bulgaria e Mongolia, testimonianza vivente di come culture di popoli diversi e lontani, possano unirsi tra loro e creare qualcosa di nuovo. Ha chiuso l’emozionante serata una grande performance di Enrico Ruggeri accompagnato dalla sua storica band. Consegnati agli artisti del concorso i premi: al miglior testo che è andato alla band di Salerno Yosh Whale con il brano "Inutile" e Afi a Isotta di Siena con la canzone "Palla avvelenata".