di Paola Pagnanelli Non dovranno tornare agli arresti domiciliari l’insegnante di sostegno Alessia Cingolani e l’assistente Marta Morroto, accusate di aver maltrattato una studentessa autistica di Tolentino, che era stata affidata loro. Il tribunale del riesame ha infatti respinto l’appello della procura di Macerata, ritenendo una misura sufficiente la sospensione dall’attività di assistenza con i disabili. Le due indagate il 21 maggio erano state messe agli arresti domiciliari, dopo che i carabinieri avevano completato le indagini su di loro, in particolare con 15 giorni di riprese con una telecamera nascosta a scuola. Poi però, il giudice Claudio Bonifazi le aveva rimesse in libertà, imponendo a entrambe solo di non svolgere più la professione di insegnante di sostegno e assistente per un anno. Il sostituto procuratore Rita Barbieri ha fatto appello, ritenendo che le indagate avessero manifestato una "propensione alla violenza di tipo psicologico", tale da poter determinare il rischio di nuove condotte analoghe. Al riesame, gli avvocati difensori Nicola Piccinini, Diego Casadidio e Renato Coltorti hanno ribadito che le due si erano sospese, e che non c’era alcun rischio che tornassero in classe con i disabili. E alla fine il tribunale di Ancona ha condiviso la linea del giudice per le indagini preliminari e della difesa, rilevando anche che le indagate non hanno precedenti di alcun genere. Dunque entrambe restano in libertà. A breve dovrà essere fissata l’udienza, visto che la procura ha chiesto il giudizio immediato sulla base dell’evidenza delle prove, cioè essenzialmente dei filmati: le telecamere avrebbero svelato percosse, insulti, bestemmie rivolte alla studentessa. . Le indagate hanno sempre respinto le accuse, assicurando di aver fatto il possibile con una studentessa che ha grandissime difficoltà. Morroto per altro l’ha seguita fin dalle elementari e la conosce benissimo.