Omicidio Alika, Ferlazzo condannato a 24 anni

La sentenza in corte d’Assise a Macerata: l’uomo ha ucciso l’ambulante nigeriano sotto gli occhi dei passanti il 29 luglio 2022 a Civitanova. Riconosciute al salernitano le attenuanti generiche

Macerata, 27 settembre 2023 – E' stato condannato a 24 anni di carcere Alika Ogorchukwu, il 33enne salernitano chiamato a rispondere dell'omicidio di Alika Ogorchukwu, l'ambulante nigeriano ucciso il 29 luglio 2022 in corso Umberto a Civitanova sotto gli occhi dei passanti.

La vittima, 39 anni, aveva chiesto l'elemosina a Ferlazzo e alla compagna, toccando il braccio di quest'ultima. Per questo il campano lo aveva aggredito e ucciso, soffocandolo.

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La sentenza del tribunale di Macerata è arrivata attorno alle 14 di oggi. Per Ferlazzo - che secondo due perizie psichiatriche è capace di intendere e di volere - il sostituto procuratore Claudio Rastrelli aveva chiesto l'ergastolo per omicidio aggravato da futili motivi, senza nessuna attenuante generica per disturbo della personalità.

Secondo l'accusa c'era infatti anche il dolo: Ferlazzo voleva impedire ad Alika di rialzarsi. I giudici Evangelisti e Simonelli hanno invece riconosciute al salernitano le attenuanti generiche, infliggendogli una condanna a 24 anni.

Sono stati disposti risarcimenti di 35mila euro per la vedova e il figlio di Alika e di 40mila euro per i fratelli e i cognati.

La richiesta dell’accusa e della difesa

Durante l’udienza di oggi davanti ai giudici della Corte d'Assise di Macerata, la richiesta del pm Claudio Rastrelli era arrivata al termine della sua requisitoria, durata circa un'ora. "Ha usato un'aggressione brutale che si usa per uccidere un animale”, era stato uno dei passaggi più forti pronunciati dal pubblico ministero nel ricostruire la condotta dell'imputato nei confronti di Alika.

Il pm aveva anche più volte evidenziato la capacità di intendere e di volere di Ferlazzo, così da non poter concedere le attenuanti generiche per il suo “disturbo borderline della personalità”. Per l'accusa di rapina del cellulare dell'ambulante, il pm aveva chiesto l'assoluzione.

Riguardo le richieste della difesa, invece, l’avvocato Roberta Bizzarri, legale di Filippo Ferlazzo, aveva richiesto ai giudici della corte d’Assise di “derubricare il reato da omicidio volontario a preterintenzionale”.

Nella sua arringa, l'avvocato nel chiedere "l'assoluzione solo per dovere difensivo”, aveva ammesso che di “condanna si dovrà parlare”, chiedendo contestualmente una “pena alternativa al regime carcerario perché Ferlazzo sta male”.

Richiesta che aveva trovato contrarie le posizioni del pubblico ministero e dell'avvocato di parte civile. Il legale della difesa, nel suo intervento, aveva evidenziato a più riprese che “Filippo ha un disturbo della personalità significativo”.

Aggiungendo che “Ferlazzo non era in grado di comprendere che la sua azione era sproporzionata rispetto all'accaduto”. “Ferlazzo – aveva sottolineato il legale difensore – non è una persona sana”.