Anche un terzo avvocato nell’inchiesta: "Ma ha solo fatto il suo lavoro"

Pietro Chiucchiuini è finito sotto accusa per circonvenzione d’incapace, ma nega tutto

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Anche un terzo avvocato è coinvolto nell’inchiesta. Con lui, l’erede civitanovese avrebbe provato a valutare la sua condizione psichica. Ma le visite avviate con due luminari, gli psichiatri Marco Ricci Messori e Paolo Roma, sono state viste come un ulteriore raggiro: così anche l’avvocato Pietro Chiucchiuini è stato accusato di circonvenzione di incapace. "Ma lui – protesta il collega che lo difende, l’avvocato Tiziano Luzi – si è limitato ad assistere una persona che aveva bisogno di aiuto, in maniera trasparente, ogni suo passo è stato comunicato per iscritto al giudice". Dopo la nomina provvisoria come amministratore di sostegno dell’avvocato Carlo Belleggia, l’avvocato Chiucchiuini avrebbe accompagnato l’erede a Roma e ad Ancona, per essere visitato dai Roma e Ricci Messori. Per questi accertamenti aveva chiesto 8mila euro, ma il giudice non autorizzò la spesa. Il sospetto della procura è che Chiucchiuini volesse far dichiarare l’erede capace di badare a se stesso, così Scoppa e Monterotti avrebbero potuto gestire il suo patrimonio. "Quando il collega si è interessato della vicenda, non sapeva che il testamento non fosse autentico – precisa l’avvocato Luzi – e ignorava l’inchiesta della procura. Chiamato a occuparsi del civitanovese, ha visto che agli atti una perizia psichiatrica non esisteva e ha chiesto al giudice di autorizzarla; e aveva ragione, infatti in seguito l’amministratore di sostegno ha fatto la stessa cosa. Roma e Ricci Messori erano stati scelti per la loro competenza, avevano iniziato a somministrare dei test specifici al civitanovese, e avevano annunciato di voler parlare con gli assistenti sociali e le persone in contatto con lui, per un quadro completo della sua personalità. Nessuno poteva dire cosa avrebbero concluso, ma a Chiucchiuini è sembrato doveroso, in una procedura per l’amministrazione di sostegno, partire dal dato esatto delle condizioni del soggetto, capire se e quanto potesse gestirsi da solo. È un diritto del soggetto sottoposto a questa procedura. Chiucchiuini ha fatto un’istanza al giudice, era solo una attività giudiziaria: come può essere un reato questo, se è il giudice che decide?". Il civitanovese intanto ora è blindato. È impossibile parlarci al telefono: "Bisogna farsi autorizzare dall’amministratore", rispondono in casa le persone che lo assistono. "Io volevo capire, volevo sottopormi alle visite e volevo poter amministrare le mie cose – ha potuto solo confermare lui da dietro al cancello della villa –, ma ora c’è il tribunale di mezzo. Non posso dire niente".