Ancora troppe perdite d’acqua, urgono rimedi

Il 33% di quella immessa nei serbatoi non giunge a destinazione. La città di Macerata si distingue in positivo: ne spreca solo il 9,8%

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di Franco Veroli

"Le perdite dalle reti di distribuzione, valutabili solo per le gestioni industriali non disponendo di misure relative alle gestioni in economia (quelle dei singoli comuni, ndr), ammontano al 33% del volume immesso in rete". Questo significa che, nel territorio dell’Aato 3, oltre un terzo dell’acqua che finisce negli acquedotti (circa 4.800 chilometri tra distribuzione e adduzione), non giunge a destinazione: su circa 40 milioni di metri cubi 15 si perdono per strada.

E’ l’ultimo dato, il più aggiornato, contenuto nella nota di aggiornamento unico al Dup, Documento unico di programmazione dell’Aato 3, per il triennio 2022-2024. Va un po’ meglio rispetto al 2017, quando la percentuale era al 36,1% (8,66 metri cubi d’acqua persi per chilometro di rete al giorno). Ma è sostanzialmente lo stesso che circola da diversi anni e che lascia comprendere quanto sia difficile procedere all’ammodernamento e potenziamento della rete, specie in alcune parti del nostro territorio.

Ad onor del vero, va specificato che tra i volumi in uscita sono contabilizzate anche le perdite di trattamento (differenza tra flussi in ingresso e in uscita dagli impianti di potabilizzazione) e gli scarichi di troppo pieno delle sorgenti o gli sfiori dalle opere di captazione e adduzione che si attivano per esubero di disponibilità della risorsa nei periodi di morbida, non assimilabili a perdite dovute ad inefficienze del sistema. Ma la sostanza non cambia.

All’interno del territorio dell’Aato 3 ci sono differenze anche significative: in alcuni comuni le perdite sfiorano addirittura il 50% . In questo contesto brilla, positivamente, il comune di Macerata che, secondo ’Cittadinanzaattiva’ vanta una delle migliori posizioni in Italia: dell’acqua immessa in rete ’solo’ il 9,8% non arriva a destinazione, contro il 40,6% di Pesaro, il 31,3% di Ancona, e il 24,8% di Fermo e Ascoli. Nel resto della provincia, però, le cose vanno decisamente peggio. Da anni si investe per migliorare la situazione, ma l’obiettivo di ridurre le perdite al 20%, fissato per i prossimi anni, appare ancora decisamente lontano.

L’opportunità arriva, anche in questo caso dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell’ambito del quale sono stati presentati progetti per 34,6 milioni di euro: 22,5 milioni per interventi di manutenzione straordinaria e rinnovo di condotte, serbatoi, sollevamenti e captazioni; e 12,2 milioni per l’installazione di strumentazione per il telecontrollo degli impianti, misuratori e dispositivi per distrettualizzazione e monitoraggio delle reti, contatori predisposti per la telelettura da remoto e dispositivi funzionali alla ricerca delle perdite.

Speriamo bene: l’acqua è sempre meno, perderne anche poca è un lusso che, specie in questa estate particolarmente torrida, non ci possiamo permettere.