ASTERIO TUBALDI
Cronaca

Andare a scuola, l’odissea di una disabile

Tragitto poco sicuro sui mezzi pubblici per una studentessa, che per ora si è vista costretta a seguire le lezioni da casa

Lucia Polito è una parente della studentessa in difficoltà

Lucia Polito è una parente della studentessa in difficoltà

Si consuma quotidianamente a Recanati una vicenda che mette in luce le difficoltà che una giovane studentessa, con problemi di salute, deve affrontare per esercitare un diritto fondamentale: quello all’istruzione. Il caso era emerso diversi anni addietro e allora a interessarsene fu il consigliere della Lega Benito Mariani, che si è battuto affinché il bus di linea facesse una deviazione di 50 metri per far salire la studentessa in piena sicurezza.

La ragazza, che abita a Villa Musone di Recanati, ogni mattina veniva accompagnata a piedi dai familiari sino alla fermata del bus in via Capodaglio, arteria frequentatissima di mezzi e, quindi, pericolosa: da lì la giovane, che frequenta l’alberghiero di Loreto, arriva con il pullman a Recanati, dove sale su un altro autobus per raggiungere Loreto. "S’intuisce come la ragazza – racconta la zia Lucia Polito – affetta da un disturbo bipolare e che necessita di cure specifiche, viva una situazione di estremo disagio anche perché la terapia farmacologica ultimamente la costringe a frequenti visite in bagno. Questa condizione ha generato non poche difficoltà nella sua routine scolastica, sino ad abbandonare la frequenza poiché ha vissuto un tracollo emotivo e fisico, tanto da essere ricoverata per due settimane in ospedale. Una situazione che evidenzia quanto sia complesso gestire una patologia simile, e quanto sia fondamentale il supporto dell’ambiente scolastico e sociale".

I problemi sono soprattutto legati al lungo tragitto che deve fare la ragazza ogni mattina per raggiungere la scuola: mentre per altri studenti sono state create soluzioni logistiche più efficienti, la fermata destinata a questa ragazza rimane in una posizione scomoda e pericolosa, senza che nessuna amministrazione abbia finora preso provvedimenti per risolvere il problema. La famiglia della giovane non chiede privilegi, ma solo il rispetto del diritto all’istruzione e alla mobilità in sicurezza.

Questa storia rappresenta un esempio concreto di come le istituzioni, sebbene animate dalle migliori intenzioni, non sempre riescano a garantire una soluzione adeguata per i ragazzi con bisogni speciali. Il caso solleva un interrogativo importante: perché il trasporto pubblico non viene adeguato a garantire un accesso equo a tutti gli studenti? Domande che meritano risposte e, soprattutto, azioni concrete per evitare che situazioni simili si ripetano. Nel frattempo, la giovane proseguirà i suoi studi a distanza, con la speranza che il suo rientro in classe possa avvenire in condizioni di maggiore sicurezza e serenità. La battaglia della sua famiglia, comunque, continua con la speranza che la sua voce possa essere ascoltata.

Asterio Tubaldi