"Arianna frugò in caserma e portò via i guanti del figlio" La Procura li fa analizzare

Dimenticati la notte della vigilia. "La donna li riprese da un armadio il 7 gennaio". Scatta il provvedimento di sequestro, ora rischia anche l’accusa di furto

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di Paola Pagnanelli

In attesa di essere interrogata in caserma in merito alla morte di sua madre, Arianna Orazi avrebbe frugato nella stanza di un ufficiale dei carabinieri, avrebbe trovato un paio di guanti del figlio e li avrebbe nascosti in tasca. Su questi guanti si erano scontrati Procura e difesa lunedì, al momento di dare il via alle analisi scientifiche del Ris di Roma sui vari reperti sequestrati. È l’ultimo particolare emerso in merito alle indagini sull’omicidio della 78enne Rosina Carsetti la sera della vigilia di Natale, a Montecassiano. Secondo i familiari dell’anziana, un rapinatore era entrato e aveva ucciso Rosina, aveva legato il marito e la figlia, Enrico e Arianna Orazi, e aveva preso duemila euro, scappando prima che rientrasse il figlio di Arianna, Enea Simonetti, uscito per la spesa. La Procura non ci ha creduto, e ha accusato tutti e tre di omicidio, favoreggiamento, simulazione di reato e maltrattamenti in famiglia. La notte del delitto, i tre familiari di Rosina furono accompagnati in caserma per essere interrogati su quanto sarebbe avvenuto in casa loro poche ore prima. In quella occasione, Arianna avrebbe dimenticato lì un paio di guanti in pelle. Poi il 7 gennaio i tre sono stati richiamati in caserma, per essere interrogati questa volta come indagati, con i loro difensori Valentina Romagnoli e Andrea Netti. Dovendoli sentire separatamente uno per volta, i carabinieri hanno fatto accomodare Arianna Orazi in una stanza, in attesa del suo turno. Finiti gli interrogatori, l’ufficiale è rientrato nella stanza e ha visto subito che un armadio era stato aperto e che alcuni oggetti sulla scrivania erano stati spostati. Così gli Orazi sono stati subito rintracciati, erano nello studio dei difensori, e invitati a tornare. Ad Arianna Orazi hanno chiesto cosa avesse fatto o preso in quella stanza. E lei dalla tasca del giubbotto ha estratto un paio di guanti: ha spiegato di averli dimenticati lì il 24 notte, e che erano del figlio Enea. A quel punto, i guanti sono stati sequestrati e anche quelli affidati al Ris per le analisi scientifiche. Per Arianna Orazi, ora si profila una denuncia per furto. Quando a Roma sono iniziate le operazioni di controllo sui vari reperti sequestrati, i difensori hanno trovato i guanti ed eccepito che non c’erano nel decreto di sequestro: dunque, non si potevano utilizzare per le indagini. L’eccezione era formalmente corretta. Per questo, il procuratore capo Giovanni Giorgio ha firmato un provvedimento per acquisire anche quei guanti al procedimento penale, dando incarico dunque al Ris di procedere con le analisi, per vedere se possano avere ancora tracce di qualcosa di utile a chiarire quanto accaduto nella villetta. Intanto, la Procura ha anche accolto due istanze dei difensori degli indagati. Sono state restituite ad Arianna Orazi le nove carte di credito che aveva nella borsa e la casella di posta elettronica, usata per la consulenza informatica. Ai tre familiari di Rosina è stato poi dato il permesso di tornare a casa, accompagnati dai carabinieri, per prendere i vestiti e altre cose che potrebbero servirgli. La villetta però resta ancora sotto sequestro, visto che le indagini non sono chiuse.