Arianna libera: scoppia in un lungo pianto

In lacrime anche il padre: ad entrambi 2 anni per simulazione di reato. L’avvocato Vecchioli: tragedia familiare, Enrico non può esultare

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di Paola Pagnanelli

Incredula, ad Arianna sono venute le lacrime agli occhi quando ha sentito che solo suo figlio è stato condannato per l’omicidio della 78enne Rosina Carsetti. In lacrime anche il marito dell’anziana, Enrico Orazi, dispiaciuto per la condanna emessa nei confronti di quel nipote per cui lui era stato quasi un padre. Tutti e tre hanno sempre preso parte alle udienze, ma evidentemente non si aspettavano che quello sarebbe stato l’esito del processo.

Più che soddisfatto della sentenza è l’avvocato Olindo Dionisi, difensore di Arianna. "Per lei era stato chiesto l’ergastolo, ma non c’erano elementi agli atti per condannarla per l’omicidio. Sicuramente non finisce qui, perché immagino che la procura farà appello, così come non finisce qui per Enea, visto che di sicuro anche la collega che lo difende impugnerà la condanna al massimo della pena. Ma resto convinto che non ci fossero le prove per considerare Arianna colpevole di questo delitto". La donna ha seguito la polizia penitenziaria, che l’ha riaccompagnata in carcere da dove, fatte le dovute formalità, sarà poi rimessa in libertà.

Solo in aula è rimasto l’80ennne Enrico Orazi, in lacrime anche lui. "Enrico sta vivendo una tragedia familiare – ha commentato l’avvocato difensore Barbara Vecchioli -. Per noi è un ottimo risultato questa sentenza, ma qui ci sono in ballo questioni di affetto per quanto accaduto al nipote. Comunque aspetteremo le motivazioni della decisione della Corte".

Molto amareggiata l’avvocato Valentina Romagnoli, difensore di Enea, risultato da questa prima sentenza l’unico colpevole. "Dobbiamo aspettare le motivazioni, ma resto convinta che non sia stato Enea a commettere l’assassinio di Rosina. Avevamo detto mesi fa che c’era un debito di credibilità, per quanto avvenuto nella prima fase delle indagini, e oggi forse abbiamo scontato quel debito". Le prime dichiarazioni degli indagati infatti erano state tutte volte a far credere che ci fosse stata una rapina in casa, rapina che ben presto si è capito essere stata solo una invenzione, ideata per nascondere l’omicidio. Ma la credibilità di Enea non è aumentata quando, scegliendo di parlare di fronte alla Corte, ha dato due versioni diverse nel giro di poche ore: anche la Corte aveva evidenziato la singolarità di quel comportamento. "Ma c’è tutto un pregresso – risponde l’avvocato Romagnoli – familiare e personale che pesa su questo ragazzo, in merito al rapporto con la madre e non solo, e che ha inciso anche nel comportamento tenuto con l’autorità giudiziaria. Comunque questo è il primo set di una partita che durerà qualche anno ancora".

In aula era presente anche il padre di Enea, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni ma che è apparso alquanto turbato. In aula, l’uomo aveva parlato del riavvicinamento avuto con il figlio, dopo che per anni, a suo dire a causa di Arianna, i due si erano allontanati.