Il nome di Luca Traini ricompare in una storia di terrorismo neonazista. La polizia ha infatti arrestato a Bari un 23enne, trovato con armi e materiale di propaganda di stampo nazista. Il ragazzo, accusato di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale di matrice neonazista, suprematismo bianco e antisemita, e di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, aveva in casa una carabina, custodita in una scatola dove erano scritti i nomi del maceratese Luca Traini, autore dell’attentato del 3 febbraio 2018. In quel raid rimasero ferite dalla sua pistola sei persone di origine sub-sahariana. Oltre al nome di Traini, sulla scatola c’era scritto "Breivik Eroe", il terrorista norvegese autore della strage sull’isola di Utoya del 2011, nella quale morirono 77 persone. Infine, c’era il nome di Brendon Harrison Terrant, responsabile di attacchi terroristici di matrice islamofoba avvenuti nel 2019 a Christchurch, in Nuova Zelanda, dove morirono 50 persone. All’epoca si scoprì che anche Terrant aveva scritto, sul fucile, il nome di Luca Traini, divenuto purtroppo una figura di riferimento nel mondo per quanto riguarda il fenomeno degli attentati terroristici di matrice razzista e neonazista.