Arrestato per le minacce alla moglie, il 40enne chiede scusa in tribunale

L’interrogatorio del maceratese finito ai domiciliari con il braccialetto elettronico

Arrestato per le minacce alla moglie, il 40enne chiede scusa in tribunale
Arrestato per le minacce alla moglie, il 40enne chiede scusa in tribunale

Ha chiesto scusa e ha assicurato di aver compreso di aver superato i limiti il 40enne maceratese, finito agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico la settimana scorsa dopo la denuncia della ex moglie. Ieri mattina per lui, difeso dagli avvocati Valentina Romagnoli (nella foto) e Andrea Perticarari, si è tenuto l’interrogatorio di garanzia. Davanti al giudice Claudio Bonifazi, l’uomo ha parlato a lungo descrivendo 20 anni di matrimonio splendido, e l’ultimo da incubo. Ha parlato delle difficoltà vissute con la ex moglie, del tentativo di recuperare il rapporto e poi della delusione provata di fronte al fallimento di questo tentativo. Ha aggiunto di aver saputo cose che lo avevano ferito, e questo lo aveva portato a perdere il controllo.

Lo scorso luglio, e poi tra settembre e ottobre, la situazione era precipitata portandolo a compiere azioni di cui si è detto pentito. Il 40enne ha tenuto però a circostanziare gli episodi al centro delle accuse, le minacce alla donna, ai familiari, agli amici, gli appostamenti, le minacce di farsi del male, spiegando come e perché sarebbero nati, da cosa sarebbero scaturiti, per tentare di far comprendere le difficoltà vissute in quel periodo. Quanto alla pistola scacciacani trovata nel suo appartamento da una perquisizione della polizia, ha escluso di averla voluta usare per minacce contro chicchessia: ha spiegato infatti di essersi trasferito nei mesi scorsi in una grande casa, dove vive da solo, in una zona in cui spesso vengono denunciati i furti. Per questo avrebbe preso la scacciacani, per spaventare gli eventuali malintenzionati che si fossero presentati a casa sua. Mai avrebbe pensato di usarla per spaventare la ex moglie.

L’uomo ha ribadito di aver compreso la gravità dei suoi comportamenti, ha ammesso di aver perso la testa in un momento di difficoltà e ha assicurato la sua volontà di lavorare in primis su se stesso, per far sì di non trovarsi di nuovo a superare la linea dell’accettabile. Alla fine, i difensori hanno chiesto al giudice per le indagini preliminari di revocare la misura, o di disporne una meno afflittiva, e di autorizzare comunque il maceratese a contattare una serie di soggetti indicati, per poter continuare a svolgere la sua attività lavorativa. Il giudice si pronuncerà nei prossimi giorni su questo.

Paola Pagnanelli