"Arrivederci Maurizio, eri l’amico di tutti"

Folla immensa ai funerali di Cavallaro celebrati dall’arcivescovo Massara. Il figlio: "Vi avesse visto così numerosi, avrebbe detto: ’Forte’"

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di Marco Belardinelli

Una folla immensa si è radunata, ieri mattina, nella basilica di San Venanzio, a Camerino, per salutare un vero e proprio simbolo della città e di tutto l’appennino camerte, Maurizio Cavallaro. A celebrare la funzione, insieme ai sacerdoti, c’era l’arcivescovo Francesco Massara che ha ribadito la fede incrollabile di Cavallaro, la sua bella famiglia che ha costruito, insieme alla moglie Maria Laura Moreni, e anche tutto l’affetto per una comunità intera e, in particolare, per tutti i giovani ed i bambini su cui ha sempre voluto spendere il massimo delle sue energie per formarli ed istruirli. Diverse le persone intervenute, tra cui l’attuale preside dell’Istituto comprensivo Betti, Francesco Rosati: "Prima di tutto Maurizio per me era un amico, siamo cresciuti vicini nel borgo che era Santa Maria in via, giocando tra la piazza e la Rocca. Poi abbiamo cominciato ad andare a lezioni di musica insieme, lui ha fatto tanto e ha portato con sé la musica ovunque andasse. L’estate scorsa, quando ci hanno riassegnato i ruoli da preside, mi disse che era contento di lasciare a me il Betti e io ho trovato tanto della sua opera formativa che ha compiuto". Oltre a Rosati, le maestre hanno lasciato un ricordo, tra cui la sua vicepreside, Iolanda Alma, e anche altri amici e parenti hanno sottolineato l’esempio di un uomo che ha compiuto tante opere verso i ragazzi: dal circolo di dama e scacchi da lui creato fino all’impegno per decenni negli scout, dall’attivismo incessante per la rievocazione della Corsa alla spada e palio fino allo sport e alla musica nelle scuole. Il figlio Michele ha voluto ringraziare tutti per la partecipazione: "Vi avesse visti qui oggi avrebbe detto “Ma che state a fare tutti?“, poi al vedere quanti siete avrebbe gridato come sempre “Forte“". I tre figli alla fine della cerimonia hanno intonato ’Hallelujah’ di Leonard Cohen e all’uscita del feretro dalla chiesa tanti palloncini sono volati via dalle mani degli amici del Terziero di Muralto e dai suoi alunni in grembiule. Tutti i presenti hanno salutato la bara cantando ’Chi fermerà la musica’, brano dei Pooh che piaceva molto a Cavallaro, mentre è stato dispiegato uno striscione con su scritto “Non un addio, ma un arrivederci, ad un padre, un maestro, un musicista, un ballerino, ma soprattutto un amico“.