Arturo Giambattista Pagni, morto falciato da un'auto. "Il mio angelo". Oggi il funerale

Lo strazio della mamma del bambino di 9 anni investito e ucciso martedì sera a San Ginesio

Arturo Giambattista Pagni, falciato e ucciso da un’auto a nove anni

Arturo Giambattista Pagni, falciato e ucciso da un’auto a nove anni

San Ginesio (Macerata), 15 agosto 2019 - Sarà celebrato oggi il funerale del piccolo Arturo Giambattista Pagni, morto a soli 9 anni, martedì sera, investito da un’auto a Passo Sant’Angelo sotto gli occhi della mamma. Sarà alle 17, nella chiesa di San Michele Arcangelo, a Passo San Ginesio, l’ultimo saluto al bambino, nato in Inghilterra, che lascia i genitori, le due sorelline e i tanti parenti maceratesi. La famiglia, originaria di San Ginesio, ha fortemente voluto che il funerale si tenesse nel Maceratese. Ieri sul corpicino è stata eseguita l’ispezione cadaverica, poi la salma è stata restituita ai genitori. Non potrà essere proclamato il lutto cittadino «dal momento che la famiglia non ha la residenza a San Ginesio e tra l’altro l’incidente non è avvenuto sul nostro territorio, ma su quello del Comune vicino – spiega il sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco –. Da parte nostra, per quel poco che può valere, non abbiamo festeggiato durante il palio, in programma martedì sera, che anzi si è svolto in un silenzio assordante. Siamo vicini alla famiglia con tutto l’affetto possibile. Tra l’altro sono molto legato ad Alba Piatti, grande amante della commedia e figura storica per San Ginesio».

«Sono stravolta, da ieri sera (martedì, ndr) non trovo pace, è un dolore troppo grande». Così, con pochissime parole e la voce rotta dal pianto, Alba Piatti, zia della mamma del piccolo, riesce a commentare la tragedia accaduta. «Arturo, si chiamava, come mio fratello», dice, distrutta dalla perdita. Una perdita che non si riesce a comprendere: il bimbo, martedì sera, intorno alle 19.15, è sfuggito per un attimo al controllo della mamma ed è andato lungo la strada, quando è arrivata un’auto, condotta da un 75enne della zona, che è poi stato denunciato per omicidio stradale. La velocità non era elevata, i documenti relativi al veicolo erano a posto e l’etilometro ha dato esito negativo.  

«Arturo gioca a rugby, suona il piano e il sax. Vuole fare lo scienziato, da grande, oppure il rugbista. Non sta fermo un attimo, però legge molto. Oggi lo vesto con la sua camicia preferita». È il tempo presente, quello che usa Mariasole Piatti, la mamma del piccolo Arturo Giambattista Pagni, investito martedì sera a Passo Sant’Angelo. Mariasole, seduta all’obitorio, ieri, sa che lì, nella stanza accanto, stanno svolgendo l’ispezione cadaverica sul corpo del figlioletto. Ma lei, un fiume in piena di storie e aneddoti, di sogni e desideri spezzati del suo bambino, non riesce a parlarne che al presente.

È una donna molto forte e coraggiosa, come fa notare chi la conosce bene, e a parlare del figlioletto s’illumina. Circondata dalle amiche, che la sostengono e le stanno accanto dal momento della tragedia, la mamma di Arturo dipinge un ritratto meraviglioso di lui: un bimbo pieno di vita, infinitamente curioso e dagli interessi più vari, e dedito a diversi sport. Sempre sorridente e innamorato delle sorelline, una maggiore di tre anni e una più piccola di due. «È nato a Londra il 12 maggio 2010 – riferisce la mamma –, al Portland hospital. Gioca a rugby da quando ha quattro anni, ha una vera passione per questo sport».

Fa notare di come Arturo parlasse benissimo sia l’inglese sia l’italiano, «perfettamente bilingue», e di come fosse bravo a scuola e con tutto ciò che aveva a che fare con i libri in generale. Mostra una foto di lui in America – il piccolo Arturo amava viaggiare –, e una di lui più recente, di qualche giorno fa appena, scattata a Porto Recanati, mentre come al solito sorride. La famiglia era arrivata in Italia da Londra, dove ha la residenza, il 6 agosto, e aveva in programma di trascorrere le vacanze nel Maceratese, con i parenti.

C’è una foto che Mariasole mostra, più di tutte, con orgoglio: è stata scattata da lei al Kew Gardens, un parco vicino alla loro casa di Londra, dove di solito andavano a passeggiare. L’immagine è in bianco e nero, e ritrae un piccolo lettore concentratissimo su un libro, sulla panchina del parco botanico Reale: «Ecco, questo è proprio lui, lui è così. Immerso nella lettura, finché non lo chiamo per andar via». Ieri mattina è arrivata a San Ginesio dalla Calabria anche la nonna del bimbo, e sempre ieri in giornata dall’Inghilterra è tornato Carlo, il padre di Arturo.

«Il funerale lo facciamo qui», dice convinta Mariasole. Il suo sorriso si spegne solo per un momento quando deve riflettere sui vestitini da fargli indossare: «Ho pensato alla sua camicia preferita, camouflage, nera e grigia. Insisteva su quanto gli piacesse. C’è anche una maglietta bianca, con un grosso gorilla. Sì, lo vestirò così, con dei pantaloncini corti». Non riesce a credere a quello che le è capitato: il figlioletto, la sera in questione, le avrebbe lasciato la mano, lì, tra le auto parcheggiate lungo la strada, e poi sarebbe inciampato. È stata questione di un attimo ed è stato investito, e qualche minuto dopo, nonostante i tentativi di rianimarlo, il piccolo Arturo non c’era più. Oggi pomeriggio, dopo il funerale alle 17, ci si sposterà al cimitero di San Ginesio, dove il piccolo sarà tumulato nella cappella della famiglia Piatti.