Macerata, autista di autobus al cellulare. "Crocifisso per aver sbagliato una volta"

Pizzicato al telefono: è il primo problema in 39 anni

Il terminal bus del servizio extraurbano (Calavita)

Il terminal bus del servizio extraurbano (Calavita)

Macerata, 13 febbraio 2019 - Fotografato al volante di un bus mentre risponde al cellulare. Era stato immortalato da un passeggero B. F., l’autista della Contram che la scorsa settimana stava conducendo l’autobus sulla tratta Macerata-Ancona, nel pomeriggio, quando il suo telefonino ha squillato. Lui ha preso lo smartphone in mano, lasciando quindi il volante, e ha premuto sul tasto verde, rispondendo senza auricolari. In tanti hanno visto, ma nessuno ha fatto notare il pericoloso gesto, e qualcuno fra i passeggeri ha scattato una foto immortalando l’immagine riflessa sullo specchietto retrovisore. Ora l’azienda Contram di Camerino sta avviando un provvedimento disciplinare, il primo della lunga carriera dell’autista, e sta provvedendo a comunicarlo al diretto interessato. Verrà seguita la normativa nazionale che prevede una sanzione o addirittura la sospensione dal lavoro. Inoltre, l’azienda solitamente nella busta paga di questo mese prevede una gratifica che l’autista però non percepirà. Da parte sua, l’uomo desidera raccontare la sua versione e chiedere scusa per il gesto.

Partiamo dall’accaduto: ci racconti come sono andate le cose...

«Voglio partire da una premessa, e cioè che sono pronto ad assumermi tutte le mie responsabilità. Intorno alle 16.45 di mercoledì ho ricevuto una telefonata da parte dell’ufficio del capo servizio e ho risposto senza pensare alle conseguenze. Non avevo l’auricolare. La telefonata, ho anche i tabulati, è durata 1 minuto e 9 secondi ed era espressamente una conversazione di lavoro, riguardo i turni. Non ho parlato di cose personali».

L’azienda ha sempre avuto un ottimo parere nei suoi confronti. Lei lavora con la Contram da 39 anni, è la prima volta che le accade un episodio del genere?

«Sì, ho 39 anni di servizio e tre milioni di chilometri alle spalle. Mi sono occupato sia di trasporto locale che di viaggi all’estero. Ho girato tutta l’Europa e non ho mai avuto reclami, mai fatto incidenti e non sono mai stato assente da lavoro se non per pochi giorni all’anno».

Cosa si sente di dire in merito all’accaduto?

«Chiedo scusa a tutti, all’azienda e ai dirigenti, se ho infangato il nome della Contram con il mio gesto. E chiedo scusa ai passeggeri perché la loro sicurezza è sempre stata fondamentale per me. Sono molto demoralizzato, mi sono sentito come crocifisso per aver sbagliato una volta».

Ora vorrebbe che la sua esperienza fosse da esempio?

«Vorrei mettermi a disposizione dell’azienda fuori dall’orario di lavoro per parlare della mia esperienza ai corsi dedicati ai dipendenti e ai nuovi autisti. E quando parlo di esperienza, intendo sia tutto ciò che c’è di positivo e sia questo episodio negativo che, se è accaduto a me per la prima volta dopo 39 anni di servizio, può accadere a tutti».