
La Mercedes divorata dalle fiamme l’altra notte in via Tassoni
È stato stato ascoltato in commissariato il presidente della Civitas Antonio Carusone, nelle ore successive all’attentato incendiario contro la sua Mercedes Classe B, intestata alla moglie, e che era parcheggiata sotto alla loro abitazione in via Tassoni, nel quartiere di San Marone. Gli inquirenti hanno cercato di capire dall’esponente politico (Vince Civitanova) e al vertice della società del Comune che si occupa della gestione e della riscossione dei tributi locali, se avesse ricevuto in questi giorni qualche minaccia o se si fossero verificati episodi che potevano spiegare quel gesto doloso, e molto grave per la dinamica con cui è stato portato a termine. Carusone avrebbe escluso l’ipotesi di una intimidazione, compresa la prospettiva che quanto accaduto possa avere a che fare con l’incarico che ricopre nella azienda comunale o con la sua vita personale e professionale; Carusone si occupa di tributi con la società Credem, la moglie è dipendente pubblica.
Le indagini si sono incardinate sulle immagini all’esame della polizia, catturate dalle telecamere di sorveglianza di una attività commerciale vicina all’abitazione. Le telecamere hanno infatti inquadrato un veicolo che transita lungo la via e dal quale scende un uomo che scaglia qualcosa contro l’auto, e da lì il rogo della Mercedes, alimentata a Gpl. Un filmato che non lascia dubbi sull’origine dolosa, e che rappresenta un elemento prezioso in mano agli inquirenti, se non altro per tentare di rintracciare attraverso la targa il veicolo che è stato usato da chi ha lanciato quella che presumibilmente era una bottiglia incendiaria.
A dare l’allarme è stato un passante, poco dopo la mezzanotte di venerdì, e l’intervento dei vigili del fuoco di Civitanova ha consentito di limitare i danni e contenere il rischio rappresentato dal serbatoio pieno di carburante.
"Il commissariato sta operando a 360 gradi, non escludiamo nessuna pista, stiamo vagliando tutto il possibile per ricostruire la vicenda e non ci fossilizziamo su alcuna idea – assicura il questore Gianpaolo Patruno, che sta seguendo lo sviluppo delle indagini –. Di sicuro possiamo affermare che l’incendio è doloso, ma ancora non possiamo dire chi lo abbia appiccato, come, perché e quant’altro. Al proprietario del mezzo non risultano minacce. Per ora non è possibile dire altro, anche per non compromettere gli accertamenti in corso".
Sull’episodio inquietante nessuno ha voluto rilasciare commenti di alcun tipo preferendo tutti, sia dall’amministrazione che dall’opposizione, un rigoroso "no comment".