Ponte crolla in autostrada, il racconto di Pina. "Mi sento miracolata"

La testimonianza di Ramaccioni: "Un gran polverone, poi la frenata. Paura enorme". Anche Sara Pagnanelli era in A14

Sara Pagnanelli (a sinistra) e Pina Ramaccioni

Sara Pagnanelli (a sinistra) e Pina Ramaccioni

Macerata, 10 marzo 2017 -  «La prima cosa che abbiamo visto è stato un gran polverone e le auto che frenavano, ma non ci rendevamo conto di cosa fosse successo. Poi quando abbiamo visto il ponte crollato sopra l’autostrada siamo rimasti pietrificati». Pina Ramaccioni, segretaria della Pro Loco di Piediripa, stava tornando a Macerata quando è incappata nell’inferno dell’A14 e l’auto in cui viaggiava si è fermata a pochi metri di distanza dal cavalcavia crollato. Sotto il ponte sono morte due persone di Spinetoli: Emidio Diomede, 61 anni, e Antonella Viviani, 55. 

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«Ero in macchina con il presidente delle Pro Loco marchigiane, Mario Borroni, e altre due persone e stavamo tornando dalla conferenza stampa che si era tenuta a Loreto per presentare la festa delle Pro Loco – racconta Pina Ramaccioni –. Abbiamo preso l’autostrada intorno alle 13.30 e poco dopo abbiamo visto che le macchine cominciavano a frenare di colpo. Nel frattempo si alzava anche un gran polverone, ma siamo rimasti letteralmente paralizzati quando abbiamo visto il cavalcavia crollato. Davanti a noi ci saranno state cinque o sei auto, così ci siamo fermati e siamo scesi. Ci siamo avvicinati a un furgone e dentro c’era un uomo a cui ho chiesto perché non scendeva dal mezzo e lui mi ha risposto che aveva le gambe pietrificate, perché aveva visto la struttura crollare di netto, come se fosse stata tagliata su due lati». 

 

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«In un primo momento – prosegue Ramaccioni – non ci siamo resi conto se ci fossero dei feriti, anche perché con lo sguardo riuscivo a vedere dall’altra parte del cavalcavia e non c’erano macchine schiacciate. Quello che non vedevamo era l’altra corsia e quindi non sapevamo delle due persone morte».  Le auto sono state fatte girare e tornare indietro contromano, per prendere percorsi alternativi. «C’era traffico ovunque – continua Ramaccioni –, noi siamo stati fatti scendere per Camerano, Sirolo, Numana verso Porto Recanati, ma c’era tanta gente che girava a vuoto e non sapeva dove andare. La paura è stata molta e più passa il tempo e più mi sento una miracolata: ero stata a Loreto, forse la Madonna mi ha protetto».

A pochi metri dal cavalcavia crollato anche l’auto della giornalista e imprenditrice Sara Pagnanelli, che stava tornando a Macerata dopo una mattinata trascorsa ad Ancona. «Entrando in autostrada avevo visto dei cartelli che segnalavano dei lavori in corso – racconta – quindi, quando ho visto i rallentamenti e la polvere che si alzava, ho pensato fossero dovuti a quello». 

«Invece – prosegue – poco dopo ho visto il cavalcavia crollato sull’autostrada. Alcune auto sono state fatte indietreggiare per creare una corsia di passaggio per i mezzi di soccorso e delle autostrade e, poco dopo, ho visto atterrare la prima eliambulanza a cui ne sono seguite altre due».  «La paura – conclude Pagnanelli – è stata molta, ma anche in quei momenti concitati ho visto tantissime persone che volevano prestare aiuto e i vigili del fuoco che, come degli angeli, andavano a soccorrere i feriti e si infilavano sotto il cavalcavia per portare soccorso». 

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