LUCIA GENTILI
Cronaca

Autovelox non omologato. Niente multa al motociclista

Il giudice di pace ha annullato la sanzione a un cinquantenne maceratese. L’uomo era stato pizzicato a 13 chilometri orari sopra il limite a Recanati.

Il motociclista era stato inguaiato dall’autovelox lungo la provinciale 571 a Recanati; sotto l’avvocato Giulio Alocchi

Il motociclista era stato inguaiato dall’autovelox lungo la provinciale 571 a Recanati; sotto l’avvocato Giulio Alocchi

Autovelox non omologato, multa illegittima. Il giudice di pace ha dato ragione a un cinquantenne di Macerata, assistito dall’avvocato Giulio Alocchi, annullando la sanzione e condannando il Comune di Recanati al rimborso delle spese processuali.

I fatti: il maceratese, nel giugno 2024, stava percorrendo con il motoveicolo la provinciale 571, a Recanati, quando è stato sanzionato per il superamento del limite di velocità fissato in 70 chilometri orari; la velocità rilevata dall’autovelox era di 83 chilometri orari. Per lui è scattata la sanzione amministrativa. Ma l’uomo ha deciso di fare ricorso.

"L’apparecchio deve essere debitamente omologato – spiega il legale –. La difesa ha puntato sul collaudo e l’approvazione, ma l’omologazione è una procedura diversa".

La Corte di Cassazione, con diverse pronunce, ha chiarito che le multe per eccesso di velocità rilevate tramite autovelox sono illegittime se l’apparecchio non è stato omologato dal ministero, anche se approvato e tarato.

"Il giudice di pace di Macerata Maria Carmina La Iacona ha recepito l’orientamento delle Corte di Cassazione – prosegue l’avvocato Alocchi – che, in numerose ordinanze e da ultimo nella recentissima pronuncia del 14 maggio, ha ritenuto che "in tema di violazioni del codice della strada per superamento del limite di velocità, l’accertamento eseguito con apparecchio autovelox approvato ma non debitamente omologato è illegittimo. Infatti la preventiva approvazione dello strumento non può ritenersi equipollente, sul piano giuridico, all’omologazione ministeriale".

Il giudice di pace ha quindi annullato la sanzione e condannato il Comune al rimborso delle spese processuali". La multa era di circa 50 euro. Il cinquantenne ha deciso di fare ricorso non per la cifrà in sé, ma più per una questione di principio.