"Avanti con la demolizione dell’ex scuola"

Il sindaco Tartabini incontra il comitato che vorrebbe l’adeguamento sismico dell’edificio in piazza Douhet: "Può essere riaperto"

"Avanti con la demolizione dell’ex scuola"

"Avanti con la demolizione dell’ex scuola"

di Giorgio Giannaccini

"L’adeguamento sismico nell’ex scuola in piazza Douhet costerebbe almeno quattro milioni di euro, una cifra spropositata. Invece abbiamo già un progetto finanziato con la Rigenerazione urbana per due milioni, che prevede comunque un centro civico nella vecchia palestra. Ma i tempi sono stretti, perché a luglio bisogna appaltare i lavori. Quindi siamo intenzionati ad andare avanti con la demolizione, altrimenti si rischierebbe di perdere il finanziamento". E’ stato questo il messaggio lanciato ieri dal sindaco Noemi Tartabini, insieme al vicesindaco Giulio Casciotti e agli assessori Luisa Isidori e Paolo Scocco, durante l’incontro in municipio con il "Comitato apolitico per il centro civico Porto Potenza". Tra i referenti del gruppo c’erano Alberto Ricci, Pierpaolo Pierucci, Francesco Forti (preside di quella scuola dal 1979 al 2009) e Mario Ottaviani (ex presidente della locale Pro loco). La loro richiesta è di stoppare il progetto del Comune, che vuole demolire la scuola di piazza Douhet a Porto Potenza (inutilizzata dopo il sisma del 2016) per costruire al suo posto un parcheggio. Il sindaco Tartabini ha illustrato che l’edificio (2.200 metri quadrati) era stato chiuso "a seguito di uno studio tecnico: era emerso che la scuola ha un indice di vulnerabilità bassissimo, dello 0,1. Nell’atto si attesta poi che è stata realizzata con materiale scadente, e per risanarla bisognerebbe demolire alcuni pilastri e solai. L’operazione non è economicamente conveniente. Il nostro progetto prevede sì la demolizione di due blocchi su tre della struttura, ma anche di riqualificare la vecchia palestra (circa 400 metri quadri) per farne un centro civico". Non è d’accordo Forti che ha insistito sulla necessità di rendere quei locali un punto di ritrovo per l’associazionismo, e nemmeno Pierucci. Quest’ultimo ha sostenuto che anche senza i lavori di adeguamento sismico "l’edificio potrebbe essere riaperto, abbassando la classe d’uso da 3 a 2. Molti Comuni italiani hanno fatto tale scelta, convertendo vecchi immobili in case delle associazioni. La vulnerabilità bassa non significa che sia inagibile". Ma la Tartabini ha ribattuto che non è sua intenzione "aprire uno stabile così poco sicuro e anche danneggiato da certi ragazzini, che spesso entrano e sfasciano tutto. E non credo che, per normativa, sia possibile riaprirlo". Dal canto suo, il vice Casciotti ha assicurato che tra due anni "ci saranno nuovi spazi per le associazioni: nella Fondazione Divina Provvidenza, nel piano superiore della delegazione comunale e nell’ex arena Florida". Ma l’esito non sembra aver soddisfatto il comitato che domani alle 21, nella sede della Pro Loco di Porto Potenza, svolgerà un’assemblea pubblica per decidere se proseguire con la protesta e che altre azioni intraprendere.