Ave Maria a lezione, Marconi: "Gli anticlericali ci ricordano la forza della preghiera"

Il vescovo ironizza: chiediamo scusa per aver destabilizzato la serenità di un’Università

Il vescovo Nazzareno Marconi

Il vescovo Nazzareno Marconi

Macerata, 17 ottobre 2017 - Il vescovo Nazzareno Marconi ha pubblicato su www.emmetv.it il suo commento all’episodio avvenuto all’Università, quando una docente ha invitato gli studenti che lo desideravano a unirsi a lei per recitare un’Ave Maria per la pace. «La storia dei 25 secondi di interruzione di una lezione, per dire un’Ave Maria per la pace, con la reazione che ha scatenato ci interroga profondamente come credenti – dice il vescovo –. Gli stessi 25 secondi usati per dire una battuta, cosa che molti docenti fanno spesso, non avrebbero creato problemi. Chiediamo scusa come credenti per aver destabilizzato la serenità di un’Università, ma il problema è la nostra poca fede. Chi dice almeno 50 Ave Maria al giorno, cioè un rosario, tanti, molto più di quelli che vanno a Messa la domenica, non capisce tutta questa agitazione».

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«È che a dirne tante di Ave Maria si comincia a pensare che valgano poco, che di fatto siano innocue. Che non creino problemi – scrive il vescovo –. Grazie perciò di cuore a chi ha protestato, a chi ci ha ricordato che la preghiera è una forza, una potenza che può mettere paura a qualcuno. Grazie a chi crede più di noi credenti che quelle poche parole smuovano i monti e i cuori tanto da sconvolgere la loro vita. Grazie a chi ci ricorda che dire Ave Maria è salutare una donna morta 2000 anni fa credendo che è viva, in grado di pregare per noi e di operare per rendere la nostra vita più buona e vicina a Dio, tanto da aiutarci ad affrontare serenamente la morte. Grazie fratelli non credenti e anticlericali perché ci avete ricordato quali tesori possediamo senza apprezzarne adeguatamente il valore e l’importanza».

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