Macerata, morte di Azka. "Pestata, violentata e uccisa dal padre"

La ragazza morì dopo essere stata investita, chiuse le indagini: l’uomo è accusato anche di omicidio preterintenzionale

Il padre della ragazza (foto Calavita)

Il padre della ragazza (foto Calavita)

Macerata, 17 gennaio 2019 – Maltrattamenti contro i familiari aggravati dalla presenza di minorenni, violenza sessuale e atti sessuali con minorenne aggravati dal rapporto di parentela, lesioni volontarie e omicidio preterintenzionale aggravato dal rapporto di parentela. Di questa serie di accuse è chiamato a rispondere il pakistano Muhammad Riaz, 45 anni. L’uomo è il padre della 19enne Azka, morta il 24 febbraio scorso dopo essere stata investita da un’auto lungo la strada provinciale a Trodica di Morrovalle. Da quel giorno, il pakistano è in carcere.

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Un vero inferno avrebbe scoperto la procura, indagando su quello che all’inizio sembrava un banale, per quanto tragico incidente stradale. La ragazza venne investita da un’auto di sera, c’era la pioggia e si vedeva male: tutto poteva far pensare a una fatalità con esiti irreparabili. Subito però venne fuori che, di lì a pochi giorni, la 19enne avrebbe dovuto essere sentita in procura, come parte offesa in un procedimento a carico del padre, accusato di maltrattamenti in famiglia ai danni della ragazza e degli altri tre figli. Questo fece suonare un campanello d’allarme, così come alcune fratture al volto della vittima che non sembravano causate dall’auto.

Il padre venne arrestato e furono avviate le indagini, sentendo anche gli altri figli e la madre, che era in Pakistan, per ricostruire i fatti. Alla fine, le indagini sono state chiuse con accuse pesanti, per le quali il sostituto procuratore Ernesto Napolillo ha chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo. Per quanto riguarda i maltrattamenti – che sarebbero avvenuti dal 2014, prima a Montelupone e poi a Recanati, dove la famiglia si era trasferita – Riaz, soprattutto quando era ubriaco, avrebbe urlato insulti e minacce ai figli, picchiandoli anche con bastoni e pale da cricket: le due ragazze più volte sarebbero finite al pronto soccorso per queste botte. Le figlie inoltre, fin da quando erano ancora minorenni sarebbero state costrette a subire ogni giorno i rapporti sessuali con il padre, che le obbligava con la violenza e minacciandole di separarsi dalla moglie in Pakistan e di non mandarle più soldi. In una occasione, la sorella di Azka sarebbe stata ferita al braccio con un coltello dal padre.

La sera del 24 febbraio infine – questa è la ricostruzione dell’accusa – Riaz avrebbe picchiato Azka alla testa, e l’avrebbe abbandonata semi svenuta sotto la pioggia sull’asfalto della provinciale, dove poco dopo la ragazza era stata investita. Il conducente dell’auto aveva subito detto di non aver avuto modo di vedere in tempo la ragazza, perché lei era già a terra. E i riscontri dell’autopsia avevano confermato la sua versione.

Ora per l’uomo dovrà essere fissata l’udienza preliminare. Riaz è difeso dall’avvocato Francesco Laganà. I tre figli, per i quali è stata nominata tutrice l’avvocato Francesca Forani, si costituiranno parte civile con l’avvocato Paolo Carnevali.

Paola Pagnanelli