La bambina nel pozzo a Macerata e il pompiere eroe: "Così l'ho salvata"

Il racconto: piangeva, voleva salvare un gattino ma l’acqua era fredda, la piccola aveva un principio di ipotermia

Il salvataggio della bambina caduta nel pozzo

Il salvataggio della bambina caduta nel pozzo

Macerata, 21 luglio 2022 - "Lì in fondo al pozzo, nell’acqua, per prima cosa l’ho afferrata. Poi l’ho imbracata, e a quel punto l’hanno tirata su, in salvo". Così racconta i concitati momenti vissuti ieri a Cingoli il vigile del fuoco che si è calato nel pozzo per soccorrere la bimba caduta giù. Per i pompieri, gli interventi in condizioni estreme sono parte importante del lavoro, tuttavia è impossibile considerare il salvataggio di ieri come banale routine, e l’emozione si sente nelle parole di tutti, di chi era a Troviggiano dentro e fuori dal pozzo, e dei colleghi che da lontano, via radio, seguivano tutto con apprensione: in ballo c’era stata la vita di una bimba che da pochi giorni aveva compiuto sette anni.

"Noi eravamo fuori per un grosso incendio – spiegano –, ma avevamo sentito cosa era successo. Ci siamo anche chiesti se non avesse più senso lasciare perdere l’incendio per andare a Cingoli, ci sembrava un’emergenza maggiore e in certi casi bisogna scegliere. Poi per fortuna non c’è stato bisogno anche di noi". La squadra che si è precipitata al casolare di campagna di Troviggiano aveva un esperto nelle tecniche di soccorso speleo-alpino-fluviale. Ed è stato lui che si è calato nel pozzo. "Il mio nome non serve dirlo – risponde circondato dai colleghi –. I vigili del fuoco sono sempre una squadra, nessuno fa niente da solo. Siamo andati insieme e chi sta sopra deve essere bravo quanto chi scende giù".

Cosa era successo?

"La bambina era andata a trovare i nonni. Con il padre era stata fuori, ma intorno alle 12.30 tutti e due stavano rientrando per pranzo. Poi però lei si è allontanata, sembra per inseguire un gattino. Così è finita nel pozzo".

Non era protetto?

"C’erano delle assi di legno, ma io le ho trovate giù nell’acqua. Devono avere ceduto. Il padre non ha visto cosa stesse accadendo, ma ha sentito lei che urlava e chiedeva aiuto e ha capito subito".

Quanto era profondo il pozzo?

"La piccola era a circa 8 metri più giù, dove c’era l’acqua. Se non ci fosse stata, si sarebbe fatta male. Invece così la caduta è stata attutita. Ma non si toccava. Però i familiari hanno avuto la saggia idea di tirarle una corda, a cui lei è riuscita sempre a rimanere attaccata fino al nostro arrivo".

Quanto ci avrete messo ad arrivare?

"A fare la strada abbiamo impiegato circa 25 minuti, ma tra tutto lei sarà rimasta lì una quarantina di minuti. Infatti aveva un principio di ipotermia, l’acqua era molto fredda. Però per fortuna era rimasta sempre attaccata alla corda".

È stato difficile calarsi giù?

"Avrò impiegato 20 secondi. Abbiamo volato. È andata bene che vicino al pozzo ci fosse un albero, a cui abbiamo potuto assicurare l’imbracatura, sennò sarebbe stato più complicato. Comunque sentivamo che parlava, e piangeva".

Cosa le ha detto quando è arrivato da lei?

"Che voleva ritrovare il gattino. Ma non era possibile. Io, che ero imbracato, per prima cosa l’ho appoggiata sulle mie gambe. Quando era ferma lì, in sicurezza ho imbracato anche lei, perché potessero tirarla su".

Poi quando è uscito ha parlato con i genitori?

"No, volevo solo togliere i vestiti bagnati e freddi. Poi dobbiamo fare le pratiche per gli interventi. Credo che i genitori siano stati con la piccola, che poi è stata subito portata ad Ancona in eliambulanza; loro saranno andati da lei. Non servono i ringraziamenti in questi casi. Questo è il nostro lavoro, la soddisfazione più grande è che in una situazione del genere sia finita bene".