Nuova Banca Marche, la fondazione Carima: "Persi quasi 200 milioni"

La presidente Del Balzo Ruiti: meno risorse per il territorio

Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente della fondazione carima (foto Calavita)

Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente della fondazione carima (foto Calavita)

Macerata, 24 novembre 2015 – «Un brutto colpo. In una notte abbiamo perso oltre 80 milioni». Così Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente della Fondazione Carima, ha commentato gli effetti della soluzione di salvataggio per Banca delle Marche, di cui l’ente era uno dei maggiori azionisti. La perdita, legata all’azzeramento del valore delle 286.908.189 di azioni detenute nell’istituto di credito, pari al 22,51% del capitale, si aggiunge alle svalutazioni già effettuate nei mesi e negli anni precedenti. Complessivamente la crisi di Banca Marche è costata alla Fondazione Carima 200 milioni, svaniti nel nulla.

«La perdita delle azioni – ha detto la presidente del Balzo Ruiti – comporta una marcata riduzione di redditività della Fondazione Carima. Meno denari da investire in un territorio che sta attraversando una congiuntura economica delicata. Affronteremo la situazione con calma e freddezza, e non escludiamo alcuna azione: mi sento comunque portatrice di aspettative deluse e di tanti azionisti che come noi si sentono depauperati». Le perdite sarebbero state persino più pesanti se, grazie ad alcune scelte lungimiranti, la Fondazione non avesse attuato una politica molto attenta a tutelare i propri soci e, di conseguenza, il territorio. Nel 2013, infatti, non ha sottoscritto il prestito obbligazionario subordinato Upper Tier II chiesto da Banca Marche: se l’avesse fatto avrebbe perso altri 10 milioni di euro. Nello stesso tempo ha dato vita ad una politica di accantonamenti e risparmi, con decisioni anche dolorose. L’approvazione, nell’ottobre 2013, del documento pluriennale delle erogazioni per il biennio 2014 – 2015 ha costituito un momento di svolta, prevedendo tagli dolorosi, circa l’80% rispetto a quanto veniva erogato negli anni precedenti: da 6 milioni a meno di un milione di euro l’anno. Una scelta che venne comunicata con una lettera inviata a tutti i sindaci e che era frutto, della «grave crisi di Banca Marche, di cui la Fondazione di Macerata detiene una quota di circa il 22%».

Una situazione che «difficilmente potrà determinare un ritorno di dividendi per almeno i prossimi 3-5 anni, condizionando pesantemente le disponibilità finanziarie». La Fondazione invitava quindi tutti gli enti locali a programmare le proprie attività ed a promuovere le iniziative «senza tener conto della tradizionale vicinanza e dell’aiuto economico» che la stessa aveva sempre garantito. Ora, però, la Fondazione, nonostante la botta può contare su una disponibilità di circa 70 milioni di euro, da cui creare redditività e continuare, anche se con importi decisamente ridotti, ad effettuare erogazioni a sostegno del territorio. L’impoverimento del territorio sul fronte della sanità, della cultura, dell’associazionismo, dell’assistenza sociale sarà comunque pesante.

Franco Veroli