Basso bacino del Chienti, è allarme mortalità

Nel report ministeriale la parola "eccesso" viene ripetuta riguardo a ricoveri per tumori tra i giovani, malattie circolatorie e dell’apparato urinario

Basso bacino del Chienti, è allarme mortalità

Basso bacino del Chienti, è allarme mortalità

di Lorena Cellini

Inquinamento delle falde, nel basso bacino del Chienti ci si ammalerebbe di più, con rischio di morte, anche tra i giovani. Emerge un "eccesso di mortalità e di ospedalizzazione rispetto al resto della popolazione" e, tra i giovani "eccesso di ricoveri per tutti i tumori". E’ la sintesi del Sesto rapporto del progetto ministeriale ’Sentieri’ – Studio epidemiologico nazionale sui territori esposti al rischio inquinamento –, coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), aggiornato con l’analisi di mortalità e ospedalizzazione sui residenti di 46 siti contaminati, 39 di interesse nazionale e tra questi il bacino del Chienti. I dati sono stati pubblicati anche su Internet (Sesto rapporto, da pagina 181 a 184, fascicolo da gennaio ad aprile) ed emergono problemi di salute anche in età pediatrica, adolescenziale e giovanile. In questa fascia "nel primo anno di vita – è scritto nel rapporto – si registra un eccesso della mortalità generale sia per condizioni morbose di origine perinatale sia per malformazioni congenite. In evidenza un eccesso di decessi per tutti i tumori in età giovanile (20-29 anni)". Quanto all’ospedalizzazione "in eccesso i ricoverati per tutte le cause naturali nel primo anno di vita, in età pediatrica e, complessivamente, da 0-19 anni, mentre è in difetto tra i giovani adulti. Nel primo anno di vita si rileva un eccesso di rischio anche per condizioni morbose di origine perinatale". Ma soprattutto "tra i giovani (20-29 anni) si osserva un eccesso di ricoveri per tutti i tumori, con stima incerta, al quale è associato un eccesso per i tumori del tessuto emolinfopoietico e per le leucemie mieloide sui due generi. Gli eccessi che riguardano particolarmente il genere femminile sono quelli per tutti i tumori e per il linfoma di Hodgkin". Nella sezione invece relativa al totale della popolazione, il monitoraggio della mortalità 2013-2017 registra "un eccesso in entrambi i generi e per tutti i tumori maligni nelle donne. Eccessi basati su stime incerte presenti nei maschi per tutti i tumori maligni e in entrambi i generi per malattie dell’apparato circolatorio". Inoltre "la mortalità per le cause con evidenza di associazione sufficiente o limitata con le esposizioni ambientali presenti nel sito, mostra un eccesso per il tumore maligno del colon retto nelle femmine, mentre difetti per il tumore maligno dello stomaco nei maschi e per le malattie respiratorie nelle donne". Dal 2014 al 2018 i dati dell’ospedalizzazione fanno emergere "nei maschi un difetto per tutte le cause naturali e un eccesso per tutti i tumori maligni. Presenti difetti per le malattie respiratorie nelle femmine e, in entrambi i generi, per le malattie dell’apparato digerente. Stime affette da incertezza mostrano eccesso per le malattie dell’apparato urinario in entrambi i generi". Nello stesso periodo, e per le cause con evidenza di associazione sufficiente o limitata con le esposizioni ambientali presenti nel sito si registra "un difetto nei ricoveri, con stime incerte, in entrambi i generi per tumore allo stomaco, mentre per il tumore maligno del colon retto un eccesso nei maschi e un difetto nelle femmine". Le conclusioni generali "confermano gli eccessi per la mortalità generale e per le malattie circolatorie in entrambi i generi, per i ricoveri per tutti i tumori maligni nei maschi e per le patologie urinarie in entrambi i generi". Dalla documentazione allegata si evince inoltre che "quattro dei cinque comuni del sito (sono Civitanova, Montecosaro, Morrovalle, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare, oltre 102mila abitanti) hanno un altro livello di deprivazione, che in medicina indica la perdita o la carenza di sostanze essenziali all’organismo. Il tasso standardizzato di mortalità prematura per malattie croniche mostra, rispetto al riferimento regionale, un aumento di 4,4100.000 casi (+1.7%) nei maschi e di 3,2100.000 casi (+2.1%) nelle femmine". Ogni sezione è corredata dai dati tabellari.