Bernabucci assolto: "Ero un capro espiatorio"

L’ex presidente del Gus era accusato di una maxi evasione fiscale: dopo cinque anni, è stato scagionato con la formula più ampia

Bernabucci assolto: "Ero un capro espiatorio"

Bernabucci assolto: "Ero un capro espiatorio"

di Paola Pagnanelli

Accusato di non aver versato l’Iva, spacciando il Gus per una onlus quando invece era un’impresa, dopo cinque anni Paolo Bernabucci è stato assolto con la formula più ampia, "che non cancella il dolore vissuto, ma almeno mette un punto sulla mia storia". Dopo l’Acsim, ieri mattina anche il Gruppo umana solidarietà ha chiuso in modo positivo la vicenda giudiziaria esplosa nel 2018.

In seguito ad alcuni accertamenti, scaturiti da un anomalo arrivo di pakistani in città, il Gus era stato accusato di una maxi evasione messa in atto dal 2011 al 2015. Per la procura e la Guardia di finanza, l’associazione che si occupava dell’accoglienza dei migranti avrebbe nascosto all’erario 39 milioni di guadagni, e non avrebbe versato cinque milioni e mezzo di Iva e un milione e mezzo di Ires. Per la onlus l’inchiesta era stata un terremoto, che in breve aveva spinto Bernabucci a lasciare l’attività. Le stesse accuse erano state indirizzate alle associazioni Acsim e Perigeo, che si occupavano ugualmente di accoglienza, ma per cifre più basse. Fin da subito, Bernabucci aveva assicurato di non aver commesso alcuna evasione, poiché il Gus era una onlus, non soggetto al regime fiscale delle società. La tesi per altro è stata già accolta anche dalla commissione tributaria che, in primo grado, ha scagionato il Gus come pure le altre due associazioni. Ieri si è chiuso invece il processo penale. In aula, il pm Francesca D’Arienzo ha chiesto la condanna a tre anni e tre mesi per Bernabucci, ritenendo che quella del Gus fosse sempre stata un’attività imprenditoriale. L’avvocato Gianluca Gattari ha invece prodotto documenti dell’Agenzia delle entrate e chiarito i motivi per cui non c’era alcuna evasione nei bilanci trasparenti e più che noti alla prefettura che, con il ministero dell’interno, finanziava i vari progetti di accoglienza. Il giudice Federico Simonelli ha condiviso la ricostruzione della difesa e ha assolto Bernabucci con la formula più ampia: "il fatto non sussiste". Soddisfatto l’imputato, che si è visto riconoscere l’innocenza sempre professata. "Questi anni sono stati una sofferenza vissuta sulla mia pelle, sulla mia persona. Al di là del bersaglio dell’associazione, c’è stata la volontà di infierire su di me. Per incanto le polemiche sul Gus sono cessate quando me ne sono andato. La sentenza ora non mi restituisce nulla, però mette un punto. Tanti hanno dato sfogo alla voglia di odio che c’era all’epoca, ora però c’è questa assoluzione che mette la verità al primo posto".

"Non cerco rivincite – conclude Bernabucci –, il dolore lo sento tutto ma quello che conta è che ora a questa vicenda c’è un punto. Devo ringraziare il mio avvocato Gianluca Gattari, che è stato bravo a rappresentare le ragioni di qualcosa che non doveva nascere fin dall’inizio: si sapeva che non c’era alcuna evasione, ma serviva un capro espiatorio ed è stato trovato non tanto nell’associazione, quanto in Paolo Bernabucci".