PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Bimbo morto sei giorni dopo la nascita: no all’archiviazione, disposte nuove indagini

Il giudice di Ancona passa il fascicolo al tribunale di Macerata, per ulteriori approfondimenti su cosa non ha funzionato dopo il parto. Accolta la richiesta della famiglia: "Accertamenti troppo superficiali"

L’avvocato Roberta Ippoliti ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione per conto dei genitori del bambino morto pochi giorni dopo il parto

L’avvocato Roberta Ippoliti ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione per conto dei genitori del bambino morto pochi giorni dopo il parto

Macerata, 2 giugno 2023 – Nuove indagini, ma a Macerata, sulla morte di un bimbo a pochi giorni dalla nascita. Il tribunale di Ancona ha infatti accolto l’opposizione dei genitori del piccolo, chiedendo ulteriori approfondimenti su cosa sarebbe avvenuto nell’ospedale cittadino. Quelli già svolti sono stati ritenuti "troppo superficiali". Non si chiudono dunque le indagini sul caso avvenuto l’estate scorsa. Il 14 luglio la mamma, una 26enne di San Benedetto, all’ottavo mese di gravidanza era venuta all’ospedale di Macerata su consiglio del ginecologo, dopo aver notato alcune perdite. Era il liquido amniotico. La donna era stata tenuta in osservazione e il 23 il bimbo era nato, quasi alla 34esima settimana. Le analisi però non erano rassicuranti e dopo qualche giorno, il 24, il neonato era stato portato d’urgenza al Salesi di Ancona. Era stato ricoverato in terapia intensiva, ma purtroppo ormai era in uno stato troppo compromesso e dopo pochi giorni il suo cuoricino aveva smesso di battere. La mamma e il marito, un fermano di 26 anni, si erano rivolti ai carabinieri di Ancona, e la procura aveva fatto scattare il sequestro della salma e delle cartelle cliniche. Con l’autopsia, si era accertato che il piccolo era morto a causa di una "sepsi con coagulazione intravascolare disseminata, meningo encefalite acuta purulenta, ipoecstasia polmonare con massiva presenza di membrane ialine". La consulente della procura, il medico legale Donatella Fedeli di Bologna, con un neonatologo e un ginecologo, aveva messo in luce alcune condotte inadeguate, ma aveva escluso che si potesse stabilire con certezza il nesso causale tra quelle condotte e la morte del neonato. Dunque, il sostituto procuratore di Ancona Serena Bizzarri aveva chiesto di archiviare il fascicolo.

La coppia allora si è rivolta agli avvocati Roberta Ippoliti e Maria Siciliano, che avvalendosi di una consulente hanno fatto opposizione alla richiesta di archiviazione, mettendo in luce una serie di carenze nella terapia fornita alla mamma e nelle diagnosi: solo ad Ancona era stato individuato il batterio dell’escherichia coli, di cui invece a Macerata non si era accorto nessuno. Tra l’altro, per la consulenza sarebbe servito anche un infettivologo. Il gip di Ancona ha condiviso la tesi della famiglia, ritenendo necessario fare chiarezza sulle condotte a Macerata, in termini di rispetto delle linee guida: la consulenza su questo è sembrata "troppo superficiale". Il tribunale, evidenziando subito le responsabilità civilistiche, ha accolto l’opposizione degli avvocati Ippoliti e Siciliano, e inviato gli atti alla procura di Macerata per le indagini necessarie.