Blocco traffico Macerata, date e orari. Chi non può circolare

Il piano anti-smog della Regione: divieti di circolazione in undici Comuni

Traffico (foto d'archivio)

Traffico (foto d'archivio)

Macerata, 4 ottobre 2019 - Si annunciano tempi duri per chi ha un vecchio veicolo, auto o moto che sia (ma anche bus). Dal primo novembre fino al 15 aprile 2020, dal lunedì al venerdì – dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 –, sarà vietata la circolazione ai veicoli diesel pre Euro, Euro 1, 2 e 3; ai veicoli a benzina pre Euro, Euro 1; ad autobus urbani ed extraurbani diesel pre Euro e Euro 1, 2, 3, e infine a motocicli con cilindrata superiore a 50 centimetri cubici, 2 tempi pre Euro, e a ciclomotori pre Euro.

È uno dei provvedimenti contenuti nella delibera regionale con la quale sono state approvate le misure contingenti per la riduzione della concentrazione degli inquinanti nell’aria nelle aree urbane dei Comuni della zona costiera e valliva, che in provincia, secondo la classificazione Istat, sono Civitanova, Corridonia, Macerata, Matelica, Montecosaro, Montelupone, Monte San Giusto, Morrovalle, Porto Recanati, Potenza Picena e Recanati. Non ci sono, però, solo limitazioni alla circolazione stradale, ma anche limitazioni alle attività produttive e al riscaldamento degli edifici. Le attività produttive autorizzate alle emissioni in atmosfera, ad esempio, dovranno ridurre le emissioni di polveri totali e di ossidi di azoto in modo tale da attenersi a limiti inferiori del 10% rispetto a quelli autorizzati (salvo casi particolari).  

Per le attività produttive di panificazione e ristorazione è vietato utilizzare la combustione di biomasse legnose per la cottura dei cibi, in apparecchiature varie, salvo che queste siano dotate di idonei sistemi di abbattimento delle polveri sottili nei fumi, mentre è vietato l’uso di olio combustibile. Quanto agli impianti termici civili, quelli a olio combustibile non sono più consentiti (dovevano essere adeguati entro il primo settembre 2017), mentre quelli a biomassa solida (legna, cippato, pellet, carbonella) o carbone non possono avere una classe di validità inferiore a tre stelle (altrimenti l’accensione è vietata). Il provvedimento della Regione è legato al fatto che i valori monitorati nel corso degli anni dalla rete regionale di rilevazione sull’inquinamento hanno evidenziato che in molti Comuni della zona costiera e valliva si registrano elevati valori di polveri sottili, con un numero di sforamenti giornalieri superiori ai limiti, previsti dalla normativa.  

Il discorso vale per le Marche nel loro insieme, ma anche per le realtà monitorate in provincia. «In generale, la situazione dell’inquinamento atmosferico è mediamente buona», spiega Giorgio Catenacci, direttore tecnico-scientifico dell’Arpam –. Tuttavia, bisogna mantenere alta l’attenzione, specie nella stagione invernale. In questo periodo, infatti, le caratteristiche delle giornate fanno aumentare la possibilità che l’inquinamento si fermi a terra. E poi c’è da tenere conto del riscaldamento. Presto, comunque, sarà pronto un rapporto sulla qualità dell’aria nelle Marche, riferito al periodo 2015-2018, che consentirà di perfezionare gli interventi volti a contenere e ridurre l’inquinamento».

Ora tocca ai sindaci individuare le aree in cui applicare le limitazioni, tenendo conto di precisi criteri. Le perimetrazioni, infatti, devono interessare: aree urbane con rilevante flusso di traffico veicolare e alta densità abitativa; con dei flussi di traffico anche modesti, ma con una discreta densità abitativa; in cui sono presenti numerose attività produttive; in cui sono presenti attività produttive, anche non numerose, ma con un elevato flusso emissivo; in cui è noto essere diffusa la combustione di biomassa solida come la fonte per il riscaldamento domestico.