Bolletta della luce triplicata "Conviene restare a casa"

Conto passato da 870 a 2.300 euro al mese per il bar Ezio di via Garibaldi "Se succede una volta posso resistere, ma se continua così è impossibile"

Migration

di Chiara Gabrielli

Da 870 euro a 2.300 euro: la bolletta della luce è quasi triplicata nel giro di appena un mese. Il bar Ezio in via Garibaldi è una delle tante attività che rischiano di essere messe in ginocchio dai rincari pesantissimi dell’energia: "Ma così non ne vale più la pena – spiega il titolare Ezio Taccari, da dietro il bancone, sul volto tanta stanchezza e preoccupazione per il futuro –. Una tantum riusciamo pure a pagare una bolletta così alta, ma se 2.000 euro al mese di luce diventano la regola nei prossimi mesi, allora ci conviene di più stare a casa". Quando al bar hanno saputo l’importo della bolletta, quasi non riuscivano a crederci: "Mi è venuto da piangere – dice il fratello, Daniele Taccari –, in 26 anni di attività non ricordo mai un periodo così duro, così difficile per le spese". Il bar Ezio è aperto dal 1996 e i Taccari ne hanno viste di tutti i colori, "ma mai ci siamo trovati in una situazione del genere". "Tra l’altro, non mi spiego come mai un’impennata simile – riprende Ezio –, i consumi infatti non sono aumentati, soltanto i costi. Se continua così, non resta che chiudere, altrimenti lavoreremmo solo per pagare le bollette. Tra l’altro, non arrivo materialmente a potermi permettere una cifra di oltre 2.000 euro ogni mese solo per la luce. Questa situazione poi ti toglie la voglia di lavorare, non c’è più soddisfazione a stare dietro il bancone se le condizioni sono queste".

Gli affari comunque stanno andando bene, in quest’ultimo periodo: "Con gli universitari (tornati in città con la ripresa delle lezioni in presenza dopo il lungo stop dettato dalla pandemia, ndr), qualcosa si muove. Tra l’altro, non posso nemmeno aumentare i prezzi più di tanto. Certo, qualche piccolo ritocco qua e là è necessario, i rincari ci sono stati dappertutto, ma ho aumentato un pochino l’aperitivo, niente di importante. Non posso però far pagare il caffè 5 euro. La gente, le famiglie, tutti sono in difficoltà – incalza Taccari –, è un circolo vizioso. Molti infatti non vanno più a mangiare fuori, e di conseguenza tra un po’ i ristoratori, che incassano sempre meno e allo stesso tempo hanno sempre più spese da sostenere, non andranno più a fare colazione al bar, e così via. È una catena, e tutti ci siamo in mezzo. Noi non sappiamo cosa fare. Stiamo a vedere che succederà".