"Come va qui? Malissimo. Le bollette sono triplicate. Di solito d’estate mi arrivavano tra i 600 e i 650 euro da pagare, quest’anno l’importo di luglio supera i 2.000 euro, 2.070 per la precisione. E mi hanno detto che la bolletta di agosto, nonostante sono stata chiusa una settimana, sarà ancora più alta. Io vendo pizza, lavoro con i centesimi. Quanti pezzi dovrei vendere per ripagare bollette del genere? Se non ci sarà un intervento del governo, a breve vedremo il collasso di tutte le attività". Cristina Cherubini porta avanti la pizzeria "La Rosmarina" a Sforzacosta da ben 23 anni, è un’istituzione nella frazione.
Ricorda altri momenti così duri?
"Mai, mai così. Ora è molto peggio del Covid. In quel periodo non ho avuto paura, adesso sì. Io voglio essere ottimista, o almeno voglio provarci, mi dico che bisogna tenere duro, non c’è altro da fare. O così o andiamo tutti a casa. Intanto, ho spento le luci che non servono, in più stacco uno dei due forni la sera se vedo che c’è poco movimento. Provo a risparmiare".
Come farà con le bollette?
"Quella di luglio la pago a rate, ma comunque sempre che devo pagarla. Per quella di agosto, mi faccio il segno della croce e spero. Nel frattempo ho cambiato fornitore, vediamo se le prossime saranno un po’ più basse"
Anche i costi delle materie prime sono alle stelle.
"Sono aumentati i prezzi di qualsiasi cosa, la mozzarella, i funghi e i carciofi, la verdura. Per 10 panetti di lievito adesso pago 20 euro quando prima ne pagavo 15. Per me questi aumenti contano, anche se sembrano poca cosa. Poi, sono saliti i costi dei vassoi di carta, senza considerare che spesso non ci arrivano nemmeno, le consegne scarseggiano".
Avete aumentato i prezzi della pizza?
"Solo di 10 centesimi, di più non ha senso. Anche perché è un circolo vizioso, se aumento il costo del pezzo perdo clienti. Il calo di vendite sarà inevitabile, temo, tanto è tutta una catena, la gente da qualche parte deve tagliare. Già si vede che le persone stanno molto più attente".
Cosa le fa più rabbia?
"Un conto è dover chiudere perché si è sbagliato qualcosa, potersi imputare, insomma, qualche colpa. Un altro invece è essere costretti a lasciare tutto per costi assurdi che non si riesce più a coprire dopo una vita intera passata dietro al bancone a fare tanti sacrifici. Al solo pensiero, mi viene da piangere".