Sos bombole d’ossigeno. "Scorte quasi esaurite"

Far macisti in difficoltà: c’è molta richiesta, chiediamo ai pazienti di riportarle Attesa per il via libera della Regione ai test rapidi, ma mancano spazi adeguati

Alessia Filipponi

Alessia Filipponi

Macerata, 22 novembre 2020 -  "Siamo a corto di bombole d’ossigeno, tantissime le richieste nelle ultime settimane". Anche le farmacie stanno vivendo la loro seconda ondata di Covid-19: se durante il primo lockdown a marzo avevano finito le scorte di tachipirina, ora si ritrovano invece a corto di bombole d’ossigeno. La richiesta, infatti, è aumentata in primis per la pandemia, visto che il coronavirus colpisce i polmoni causando problemi respiratori; senza dimenticare tutte le altre patologie che non sono scomparse e che allo stesso modo necessitano di terapie con l’ossigeno.

"Abbiamo difficoltà a reperire bombole d’ossigeno – conferma Marco Petracci della Farmacia Petracci –. Stiamo cercando di recuperare quelle che sono state utilizzate, chiedendo ai pazienti di riportale, oppure le passiamo a riprendere per ricaricarle. Noi come servizio le abbiamo sempre portate anche a casa, io nell’ultima settimane ne ho consegnate almeno quattro". "Purtroppo c’è molta richiesta, ma abbiamo difficoltà a reperire le bombole – dice Fabrizio Buglioni della Farmacia Cairoli –. Stiamo invitando i pazienti a riportarle, per chi può".

"L’aumento sicuramente è dovuto al Covid, anche noi stiamo finendo le bombole – aggiunge Alessia Filipponi della Farmacia Filipponi –. La richiesta è aumentata tantissimo, non c’è più la possibilità di rifornirsi: solitamente la bombola d’ossigeno non ci viene chiesta da un bacino così ampio di gente, c’è il paziente con problemi cronici, oppure persone post-ospedalizzate, ma si parla di numeri inferiori".

Nei giorni scorsi poi l’assessore regionale Filippo Saltmartini ha dichiarato di voler velocizzare l’iter per permettere ai farmacisti di vendere i test rapidi direttamente in farmacia. Le farmacie per il momento ne posseggono delle scorte, ma queste possono essere vendute solo al personale sanitario. Gli addetti sono favorevoli, anche se riscontrano in primis problemi logistici.

"Sicuramente è utile, più si è capillari e più si riesce a controllare e fermare il virus, ma il problema sono gli spazi – sottolinea Buglioni –. Lo potrà fare chi ha stanze adeguate, altrimenti si rischia di fare un pasticcio, con lunghe file di persone, tra cui anche qualche positivo".

Stesso pensiero di Petracci e Filipponi. "Rimane il problema della logistica, il rischio è congestionare la farmacia, che negli ultimi tempi è già un luogo affollato", dice Petracci. "Nelle altre regione in cui già si fa è una servizio che sta funzionando – conclude Filipponi –. Bisogna organizzarsi però con gli spazi, nel Lazio ad esempio hanno permesso l’occupazione del suolo pubblico affinché le farmacie possano mettere dei gazebo all’esterno".