Calci alla compagna incinta: condannato

Le aveva puntato il coltello alla gola tentando di strangolarla, la controllava con un’app. Tre anni e mezzo di reclusione a un 51enne

Calci alla compagna incinta: condannato

Calci alla compagna incinta: condannato

di Paola Pagnanelli

Insulti e botte ha subito una trentenne da parte del compagno, che per anni l’ha costretta a subire scenate e aggressioni persino quando era incinta. Per questo lui, un 51enne di Belvedere Ostrense, è stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione per maltrattamenti in famiglia e lesioni I fatti sono avvenuti a Cingoli e a Jesi, dal 2014 fino al marzo del 2020. Quando si era rivolta ai carabinieri, chiedendo aiuto, la donna aveva raccontato una storia di violenze iniziata già nel 2014. Oltre ai litigi, alle minacce, al controllo dei suoi spostamenti tramite un’applicazione messa sul cellulare, una volta l’uomo, nel corso di un litigio, l’aveva presa a calci, le aveva strappato il telefonino dalle mani e poi l’aveva abbandonata in una zona isolata di campagna. Nel 2016, durante un altro litigio, il 50enne l’aveva chiusa in una stanza, le aveva puntato il coltello alla gola e poi aveva tentato di strangolarla. A giugno del 2017, sebbene lei fosse incinta, lui l’aveva presa a calci e l’aveva spinta con forza; al pronto soccorso, la donna aveva avuto una prognosi di 16 giorni per le ecchimosi e le escoriazioni che aveva sul corpo. A luglio del 2019 le aveva dato una botta all’orecchio. A marzo del 2020, durante l’ennesima discussione, l’uomo le aveva tirato addosso una sedia, poi l’aveva presa a schiaffi, calci e pugni; la donna era caduta a terra, e allora lui si era messo sopra di lei, le aveva infilato le dita negli occhi e aveva provato a strangolarla. Una scena orribile, avvenuta di fronte al figlio piccolo della coppia. A quel punto lei aveva chiesto aiuto, e l’uomo è finito sotto processo. L’altro giorno in tribunale a Macerata, come chiesto dal pubblico ministero Raffaela Zuccarini, il giudice Andrea Belli ha condannato a tre anni e mezzo di reclusione l’imputato. Il 51enne, difeso dall’avvocato Michele Frezzotti, ora potrà fare appello. Sia lui che un suo conoscente sono stati invece assolti dall’accusa di tentata violenza privata: avrebbero minacciato una donna, che aveva testimoniato a favore della 30enne, per spingerla a ritrattare quanto dichiarato ai carabinieri. Ma questa accusa non è stata dimostrata e su questo i due imputati sono stati assolti.