LUCIA GENTILI
Cronaca

Il giro di vite sulla cannabis light: “Costretti a prenderci una pausa”

Dopo l’entrata in vigore del Decreto sicurezza, chiude temporaneamente il negozio di via Crispi a Macerata

Alessandro Luca Marconi, titolare del negozio di cannabis light in via Crispi a Macerata, annuncia uno stop temporaneo della sua attività

Alessandro Luca Marconi, titolare del negozio di cannabis light in via Crispi a Macerata, annuncia uno stop temporaneo della sua attività

Macerata, 25 aprile 2025 – “Ci prendiamo un momento di pausa per organizzarci”. Così Alessandro Luca Marconi, titolare insieme alla compagna Alessia Ferranti, del negozio di via Crispi “CBWeed Macerata” – brand di cannabis light e altri derivati della canapa – ha annunciato la chiusura temporanea. La sera dell’11 aprile il Dl sicurezza è stato pubblicato in Gazzetta ed è entrato in vigore il giorno successivo.

Dal 12, quindi, Marconi ha abbassato la saracinesca in attesa di sviluppi. “A seguito dell’approvazione del decreto – spiega – si vietano importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione, consegna e vendita al pubblico delle infiorescenze di canapa (Cannabis sativa L.), nonché dei prodotti contenenti tali infiorescenze. Queste modifiche incidono sulla legge 242 del 2016, che promuoveva la coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa, escludendo ora le infiorescenze e i loro derivati dall’elenco dei prodotti legali. Siamo quindi costretti a sospendere la vendita di infiorescenze di cannabis light e dei relativi derivati fino a nuove disposizioni”.

Marconi si scusa con i clienti per i disagi e li ringrazia per la comprensione. “Il divieto è sulla vendita – aggiunge il ragazzo – ma anche solo avere i prodotti in negozio ora diventa problematico. In alcuni posti sono già stati sequestrati; è vero che, una volta comprovata l’inefficacia drogante, la questione è risolta ma l’iter per le spese legali è costoso. Con il negozio chiuso non abbiamo entrate, una perdita non indifferente. Ma siamo fiduciosi: le associazioni di settore, come Csi (Canapa sativa Italia) e Imprenditori Canapa Italia, si stanno facendo sentire, anche con audizioni alla Camera e Senato. Secondo un costituzionalista, il decreto in alcuni punti è in contrasto con la normativa europea e ci sarebbero dei vizi di forma per come è stato scritto. Noi intanto siamo costretti a prenderci questa pausa. Ci aspettiamo un segnale positivo, che speriamo arrivi fra poche settimane”. Canapa sativa Italia parla di “conseguenze devastanti” per aziende e lavoratori di un comparto economico valutato intorno ai 2 miliardi di euro.