Caro bollette: a rischio più di 11mila imprese

Il presidente Mengoni: azzerare gli oneri di sistema, ampliare il credito d’imposta e un tetto al prezzo del gas

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La corsa dei prezzi di gas ed elettricità mette a rischio, nelle province di Macerata, Ascoli e Fermo, 11.912 micro e piccole imprese, distribuite in 43 diversi settori e che contano 40.774 addetti: sarebbe un impatto devastante sul sistema produttivo e sull’occupazione. È l’allarme lanciato da Confartigianato, il cui presidente territoriale, Enzo Mengoni, evidenzia: "E’ forte il rischio di una pesante morìa di imprese. Servono interventi immediati e riforme strutturali per riequilibrare questa folle corsa". Entrando nel dettaglio, in provincia di Macerata può saltare il 20% dei posti di lavoro nel settore delle piccole e medie imprese. Quelle a rischio, infatti, sono 5.275, il 19,3% sul totale delle attività del territorio, con 19.328 addetti, cioè il 21,5% del totale. Ad Ascoli sono a rischio 3.699 micro e piccole imprese (21,4% del totale) che danno lavoro a 12.557 addetti (22,9% del totale). Infine, a Fermo le imprese in bilico sono 2.938 (il 18,8%) con 8.889 addetti (17,8%). Le attività più esposte sono quelle ad elevato consumo di energia: ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo. "Ma i rincari – sottolinea la Cgia - fanno soffrire anche altri comparti manifatturieri tra i quali spiccano il tessile, la lavorazione del legno, le attività di stampa, la produzione di accumulatori elettrici e di apparecchi per uso domestico, di motori e accessori per auto, la fornitura e gestione di acqua e rifiuti". Non si salva neanche il settore dei servizi con 17 comparti sotto pressione. "Si tratta del commercio di materie prime agricole e di prodotti alimentari, ristorazione, servizi di assistenza sociale residenziale, servizi di asili nido, attività sportive come piscine e palestre, parchi di divertimento, lavanderie e centri per il benessere fisico. A questi si aggiungono i settori del trasporto colpiti dall’aumento del costo del gasolio, con rischi anche per la logistica (magazzinaggio) e quelle di supporto ai trasporti che subiscono pesanti rincari per le attività di refrigerazione delle merci deperibili". Che fare? "Azzerare gli oneri generali di sistema per luce e gas, prorogare e ampliare il credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore, fissare un tetto europeo al prezzo del gas e recuperare il gettito calcolato sugli extraprofitti". E, poi, sostenere gli investimenti in energie rinnovabili, diversificare le fonti di approvvigionamento, incrementare l’autoproduzione e sviluppare la riforma della tassazione dell’energia". Confartigianato Imprese Macerata - Ascoli - Fermo ha presentato un esposto alle Autorità competenti per chiedere di verificare se dietro l’aumento delle tariffe si nasconda un pregiudizio dolosamente preordinato a danno degli operatori economici e dei gestori.

Franco Veroli