
L’assessore ai servizi sociali Emanuela Pergolesi
Che bel progetto l’housing sociale avviato negli anni scorsi a Recanati per venire incontro alle esigenze di chi, in difficoltà economica, non riusciva a garantire un tetto alla propria famiglia: peccato che la storia abbia un epilogo amaro di ingratitudine che pesa sui conti pubblici. Qualche settimana fa, l’amministrazione comunale ha dovuto rifondere al proprietario di uno degli appartamenti concessi in locazione a una famiglia indigente 16mila euro per ripagare, almeno in parte, i danni procurati con negligenza da chi aveva usufruito di quell’alloggio. Oggi la storia è un po’ diversa, ma la conclusione è la stessa e a pagare è sempre il Comune. Nel giugno 2015 un recanatese stringe un accordo con l’amministrazione, che gli concede un contributo straordinario per i debiti accumulati con le rette non pagate nell’istituto assistenziale dove era ricoverato, e si impegna ad aiutarlo anche per il futuro. In cambio il Comune ottiene il comodato d’uso gratuito dell’appartamento di sua proprietà e l’autorizzazione a cederlo momentaneamente in uso a chi ha difficoltà a trovare un alloggio. L’accordo – si stabilisce – cesserà non appena il Comune di Recanati smetterà di compartecipare al costo sociale della retta di ricovero. Una situazione che si avvera nell’ottobre scorso in quanto l’utente, per una variazione delle sue entrate, è in grado di pagare la retta da sé. Per chiudere la pratica, a gennaio scorso l’amministratore di sostegno dell’utente e un tecnico del Comune fanno un sopralluogo nell’appartamento facendo un’amara scoperta: chi vi aveva abitato, andandosene si era portato via pure i mobili. Oltre a ciò l’alloggio andava ripristinato e reso di nuovo idoneo all’uso abitativo, come stabilito nell’accordo del 2015. Alla fine il Comune liquida, a titolo di ristoro e a saldo di quanto riscontrato, un contributo di 2.500 euro.
Asterio Tubaldi