np_user_4025247_000000
LORENA CELLINI
Cronaca

Caso Fattori, querelata la Civita.s "Ci ha negato gli atti, non ci fermiamo"

Il marito dell’ex responsabile dell’ufficio tributi ipotizza anche il ricorso al Tar. La causa va avanti da tempo.

Caso Fattori, querelata la Civita.s  "Ci ha negato gli atti, non ci fermiamo"
Caso Fattori, querelata la Civita.s "Ci ha negato gli atti, non ci fermiamo"

di Lorena Cellini

Caso Lusi Fattori, la Civita.s le nega gli atti. Un consigliere del Cda l’ha querelata e i documenti per difendersi davanti al giudice non le vengono dati. E’ l’ultimo passaggio di una vicenda giudiziaria cominciata quando l’ex responsabilie dell’ufficio Tributi Civita.s fa causa alla partecipata comunale per vedersi riconoscere il corretto mansionamento professionale e all’interno del procedimento si innesta anche quello per mobbing, in seguito ad azioni e richiami disciplinari ricevuti, fino al licenziamento senza preavviso, con l’accusa di aver sottratto un faldone di vecchi documenti trovato in possesso di un altro dipendente, che però non venne licenziato. La causa va avanti da anni, la tranche davanti alla Corte dei conti si chiude bene per lei che viene assolta, ma c’è tutto il resto. "Avverto che non mi fermo, andrò avanti fino in fondo" chiarisce Francesco Gaoni, marito della Fattori. Ieri, con accanto l’avvocato Francesco Acquaroli, si è preso la scena "perché Lusi non è in grado di affrontare una conferenza stampa per le aggravate condizioni di salute". Alla donna l’Inail ha, infatti, riconosciuto la malattia professionale derivante da mobbing nel 2019 fino alla concessione della pensione di invalidità a febbraio 2023. Nella causa contro Civita.s ora spunta la querela. "Assoluta fiducia nella magistratura – premette Acquaroli – e valutiamo un ricorso al Tar per ottenere gli atti negati". La querela "è un ricorso immediato – spiega Gaoni – a comparire davanti al giudice. Significa processo senza indagini, dritti al dibattimento. Un consigliere di Civita.s dice che mia moglie a settembre 2018 lo avrebbe diffamato durante una riunione, di cui non viene indicata la data, in presenza di colleghi che gli avrebbero riferito formalmente e solo ad ottobre 2021 della presunta diffamazione. E ci viene chiesto un risarcimento di 5.000 euro". La richiesta degli atti relativi alla riunione, alle presenze e al verbale si scontra con il rifiuto di Civita.s. "Una condotta – dice Gaoni – che va contro sentenze della Cassazione. Ora valutiamo il Tar e non ci fermeremo davanti a niente".