Celebrata la giornata del medico "Sistema da riformare al più presto"

Al Lauro Rossi la cerimonia dell’Ordine: l’omaggio agli iscritti da 50 anni e il giuramento delle nuove leve

Celebrata la giornata del medico  "Sistema da riformare al più presto"

Celebrata la giornata del medico "Sistema da riformare al più presto"

di Lorenzo Fava

L’Ordine dei medici si riunisce al Lauro Rossi in un pomeriggio dedicato ai decani della professione e al giuramento di Ippocrate da parte dei giovani laureati. Ai saluti istituzionali del sindaco Sandro Parcaroli, del prefetto Flavio Ferdani e del vescovo Nazzareno Marconi è seguito un lucido discorso del presidente dell’Ordine maceratese, Romano Mari: "Il nostro lavoro è un insostituibile servizio alla società. La pandemia ha fatto sì che emergessero, evidenti, alcune criticità del nostro sistema, spesso considerato un costo più che una risorsa sulla quale investire. I medici devono farsi carico della salute delle persone con autonomia e indipendenza. Non possiamo costringere la professione a piegarsi ad esigenze economico-finanziarie. Esposti ad un rischio enorme durante la pandemia, durante la quale 280 di noi hanno perso la vita, i medici non si sono mai tirati indietro. Esprimo soddisfazione per i presìdi delle forze dell’ordine reintrodotti negli ospedali di Macerata e Civitanova. Va tuttavia fatta in fretta una doverosa riforma del sistema, che rischia di implodere per carenza di fondi e personale. La Regione si accinge a varare un nuovo piano, ci aspettiamo la tutela di salute e sicurezza, ricordando anche la forte esposizione alle aggressioni a cui siamo sottoposti dato il contatto diretto con l’utenza, come nel caso della dottoressa Barbara Capovani, aggredita ed uccisa a Pisa. Ma reprimere non basta, il problema è culturale. Fondamentale sarebbe cooperazione fra sanità e sociale, integrazione fra pubblico e privato, con una spesa che per la sanità è troppo esigua messa in rapporto al Pil. La giornata di oggi (ieri, ndr) – conclude – è un passaggio di testimone nella nostra famiglia professionale, che richiede massima adesione a due principi, scienza ed etica".

L’assessore alla sanità marchigiana Filippo Saltamartini ha sottoscritto, ricordando l’articolo 32 della Costituzione sul diritto alla salute, le parole di Mari: "Il presupposto all’esercizio dei diritti è la loro finanziabilità. Il Paese deve rimettere al centro della discussione il tema della sanità. Ad impedire di assumere nuovi medici ed infermieri ora come ora sono i parametri limite del bilancio pubblico. Che manchino medici è però un dato di fatto". La cerimonia è proseguita con un ricordo, da parte di Paolo Staffolani, della figura di Carlo Urbani, medico di Castelplanio che scoprì, prima di morirne lui stesso nel 2003, il virus Sars. Il pomeriggio si è concluso con la consegna degli attestati per i 50 anni dalla laurea in medicina a 24 decani dell’ordine e il suggestivo del giuramento di Ippocrate pronunciato dalla più giovane iscritta, Veronica Settimi, formula alla quale gli altri neomedici hanno risposto "Lo giuro".