"Centinaia di telefonate e prime disdette" Caos Green pass, la rabbia degli albergatori

Simone Iualè, presidente degli operatori civitanovesi: troppa confusione nel periodo clou della stagione turistica ci danneggia. Da Macerata a Camerino, coro di proteste: "Non possiamo fare i controllori per conto dello Stato, servono informazioni chiare"

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di Diego Pierluigi

Sono tanti, in questi giorni, i telefoni degli alberghi che squillano per via delle centinaia di chiamate che arrivano da clienti e turisti smarriti in merito alla novità del "Green pass", che dal 6 agosto sarà obbligatorio in alcuni esercizi ricettivi. Non tutte le regole saranno valide per gli hotel, ma per il momento l’unica certificazione verde è la rabbia degli albergatori, i quali più che gestire le loro strutture, stanno fungendo da ufficio pubblico dove spiegano le modalità di spostamento e soggiorno nelle località di vacanza. "Credo sia una cosa pazzesca – tuona Simone Iualè, presidente dell’associazione degli albergatori di Civitanova e titolare dell’hotel e ristorante ‘La rosa dei venti’ di Monte San Giusto –. Già ieri sono state disdette sei camere, prenotate per sette notti nella settimana centrale di agosto e se i primi effetti del green pass sono questi, non oso immaginare il futuro. Oltretutto mi lascia basito il fatto che questa scelta così drastica giunge nel clou della stagione turistica e la cosa che mi preoccupa ancora di più è che a oggi un cliente può alloggiare in albergo senza green pass, ma non può scendere al ristorante , mi domando come ci si regolerà per la sala delle colazioni". Una confusione condivisa con Massimo Milani dell’hotel ‘San Crispino’ a Trodica di Morrovalle. "La gente è preoccupata e ci chiama per sapere come comportarsi – spiega Milani –. Per ora il Green pass riguarda la ristorazione, più che l’hotellerie, però ancora non ci sono indicazioni e non capiamo con quali strumenti dovremmo validare o meno la certificazione. Siamo frastornati, per adesso disdette non ci sono state, ma tanti prenotati richiameranno". Proprio i controlli si aggiungono alla lista delle preoccupazioni degli albergatori, come conferma Arianna Scheggia dell’hotel ‘Lauri’ di Macerata. "Non dovremmo essere noi a effettuare questi controlli, si tratta di burocrazia che si aggiunge ad altra burocrazia e oggi siamo diventati più operatori sanitari che albergatori. Sul fronte delle prenotazioni non abbiamo registrato cali, ma la gente già sa che per viaggiare deve vaccinarsi, quindi oramai è sciocco chiedere la certificazione verde ovunque, hanno soltanto moltiplicato i controllori". Medesimi dubbi per Alessio Bottacchiari del relais ‘Villa Fornari’ di Camerino. "Come gli altri decreti, anche questo presenta delle falle che devono essere chiarite – afferma –. È difficile ora fare una valutazione, noi cerchiamo di ottemperare a tutti gli obblighi per uscire da questa situazione. I clienti ci chiamano per avere delle delucidazioni, ma non dovremmo essere noi a dare certe risposte, così come a controllare il Green pass e tantomeno ad assumere una persona che se ne occupi". La situazione non cambia nelle strutture ricettive di Civitanova. "Siamo ancora in attesa di disposizioni precise – dichiara Umberto Testa dell’hotel ‘Chiaraluna’ –. Sono in tanti a telefonarci preoccupati, ma noi viviamo nell’incertezza così come i clienti. Credo che il Green pass sia un suicidio, oltretutto è come se dovessimo diventare una sorta di polizia per conto dello Stato, ma non possiamo essere certo noi a effettuare dei controlli per stabilire se una persona è vaccinata o meno". Dello stesso umore Chiara Cardelli dell’hotel ‘Girasole’. "Il Green pass arriva in una fase poco indicata e genera confusione – sottolinea –, tanto che diversi ospiti hanno già chiamato preoccupati, chiedendo rassicurazioni. Sembra che il decreto non tocchi le strutture ricettive, ma francamente non so come si gestirà anche il discorso delle colazioni. Senza dubbio crea allarmismo e mi sembra una decisione avventata, presa pure in un periodo complicato".