Centro prelievi a mezzo servizio E al Cup le attese si allungano

Utenti costretti ad aspettare a lungo: proteste in serie. Stretta sugli ingressi anche in Comune

Non si comprende perché non ci sia, per alcuni servizi o enti pubblici, il ritorno alla normalità pre Covid. Ad esempio, in base a quale circolare o disposizione il Comune di Recanati continua a rimanere chiuso al pubblico e se un cittadino ha bisogno di una pratica o di parlare con un funzionario o un addetto ad un servizio deve per forza suonare il campanello? Inoltre gli incontri con un funzionario o impiegato devono avvenire su appuntamento e con i dirigenti dell’ufficio tecnico questi avvengono addirittura a piano terra. Insomma, il Comune non è più quel palazzo di vetro, un luogo aperto frequentato da chiunque attivando anche così un controllo diretto del cittadino sulla funzionalità degli uffici. Un segnale di sconforto lo si vive anche nel vicino ospedale di comunità, una struttura che sembra dimenticata dai responsabili regionali e dell’Area vasta 3. Anche qui si stenta a ritornare alla normalità. Un esempio emblematico è il punto prelievi che prima del Covid operava senza prenotazioni e accontentava una vasta utenza. Ancor prima della chiusura del laboratorio analisi, la sala accettazione era gremita e i prelievi iniziavano alle 7 di mattina e si andava avanti sino alle 10 con un doppio sportello dove avveniva l’accettazione, mentre il ritiro analisi e il pagamento, se era previsto, avveniva sino all’ora di chiusura. Tutti erano accontentati. Con la chiusura del laboratorio il punto prelievi poco dopo è stato trasferito al piano terra, all’ingresso dell’ospedale con le provette che vengono raccolte ed inviate tutte al laboratorio di Civitanova. Ancora non esisteva la regola rigida della prenotazione per cui si eseguivano i prelievi anche con accesso diretto del paziente. Con il Covid, invece, il punto prelievi ha subito una drastica diminuzione della sua attività con l’accoglienza di solo venti pazienti al giorno e solo su prenotazione per arrivare alle 40 prenotazioni con l’allentamento delle prescrizioni anti-covid. Ma questo non ha evitato la fuga dei pazienti in strutture private. Inoltre il Cup, che si trova all’ingresso dell’ospedale, dopo le 10.30 fa da prenotazione e pagamento delle prestazioni di laboratorio per cui, con la carenza di personale che si registra e che è sempre più cronica e pesante per chi è in servizio, si assiste ogni mattina a lunghe code di utenti con altrettanti lunghissimi minuti di attesa e con il rischio, abbastanza frequente, di proteste e di nervosismo da parte dei cittadini che alla fine se la prendono sempre con chi è dall’altra parte dello sportello. È possibile che per l’ospedale di Recanati, terzo cento della provincia e che vanta di essere città turistica, non ci sia quell’attenzione che merita, ma, mese dopo mese, le cose vanno sempre peggiorando?

Asterio Tubaldi