Centurioni: "Neanche un grazie ai pensionati tornati in corsia"

La lettera dell’ex primario dopo la consegna degli encomi in piazza

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Gentile direttore, ho letto con piacere della manifestazione organizzata dal Comune per ringraziare gli operatori sanitari che hanno operato durante la pandemia. Già lo scorso anno erano state elargite numerose onorificenze (Cavaliere della Repubblica) a operatori che si erano distinti durante la prima fase della pandemia. Questo dimostra una sensibilità delle Istituzioni verso il mondo sanitario che, nonostante le criticità che conosciamo, ha retto grazie alla abnegazione della maggior parte dei suoi componenti. Devo però far osservare come in questi due anni e mezzo nessuno (assessore alla Sanità, sindaci, politici, amministratori) ha rivolto una parola di ringraziamento a quei medici (in verità non molti) che nonostante fossero in pensione, si sono messi a disposizione per fronteggiare l’emergenza. Noi lo abbiamo fatto con spirito di sacrificio, perché riteniamo che la nostra non sia solo una professione ma qualcosa di più, e lo abbiamo fatto rischiando la nostra vita e anche quella dei nostri famigliari, quando potevamo stare a casa, al sicuro. Il nostro apporto ha permesso in molti casi di garantire l’attività di reparti già in carenza di organico (es. rianimazioni e malattie infettive) prestando la nostra opera in ospedali anche lontani dalla nostra abitazione. Non vogliamo riconoscimenti, ma almeno che ci si dica grazie.

Riccardo Centurioni,

già direttore del Dipartimento Area Medica, rientrato

in servizio a San Severino