"Chi ha Pamela sulla coscienza deve tacere"

Ciccioli (FdI) a gamba tesa contro il centrosinistra: accuse vergognose a D’Alessandro, il centrosinistra si faccia un esame di coscienza

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di Paola Pagnanelli

"Chi ha sulla propria coscienza la morte di Pamela Mastropietro è bene che taccia, che non si arroghi alcun diritto di spiegare, con argomentazioni risibili, il dramma della solitudine verificatosi nella villetta a Borgo Santa Croce a Macerata". Carlo Ciccioli, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, tira fuori subito il bazooka per replicare alle critiche sollevate dal centro inistra maceratese sulla vicenda della famiglia Canullo, le tre persone morte almeno due mesi fa in casa loro e ritrovate sollo lunedì. L’assessore comunale ai servizi sociali Francesca D’Alessandro ha ammesso di aver ricevuto il 28 maggio una segnalazione sulle condizioni di questa famiglia, in cui il padre 80enne doveva occuparsi della moglie, costretta a letto dopo un ictus, e del figlio, invalido da anni a causa di un incidente.

L’uscita della D’Alessandro – che ha aggiunto di aver segnalato la cosa allo sportello del Comune, senza che però evidentemente siano stati presi provvedimenti tempestivi – ha scatenato l’opposizione, che ha accusato l’assessore di scaricare responsabilità sue sugli uffici. E ora arriva la difesa dell’ex parlamentare anconetano, compagno di partito (Fratelli d’Italia) di Francesca D’Alessandro. "Come si dice in ambito giudiziario, parlo come persona informata sui fatti, forte dei miei oltre quarant’anni di attività professionale di psichiatra che mi consentono di contrastare in qualsiasi modo e forma, il parallelismo fra una tragedia avvenuta per cause naturali, anche se non ha certamente funzionato il settore dei servizi sociali comunale, eredità del sindaco Carancini, e la morte cosiddetta attiva di Pamela Mastropietro, morte atroce figlia di tutti coloro che, girandosi dall’altra parte, non hanno adeguatamente contrastato lo spaccio di sostanze stupefacenti soprattutto di immigrati extracomunitari. Vergognatevi". Dopo aver tirato in ballo il nome della sfortunata 18enne romana, uccisa e fatta a pezzi da Innocent Oseghale a gennaio del 2018, Ciccioli deve specificare che da un punto di vista medico "vi sono differenze abissali fra questi due episodi che hanno fatto balzare Macerata agli onori della cronaca nazionale. La mancanza di una politica nel campo della sicurezza e dei servizi sociali che, con il centrosinistra alla guida della città di Macerata, in pratica non è mai stata all’altezza del giro di droga che è presente in città. Contro, il dramma della solitudine di una famiglia provata dall’incidente del figlio e con l’inesorabile avanzamento del tempo, alla quale – questo sì, colpevolmente – non si è data la meritoria attenzione da parte dei servizi. Questo l’unico punto di contatto che vi è fra le due vicende, null’altro. Prego chiunque non abbia la mia stessa esperienza medico-professionale – conclude Carlo Ciccioli – di astenersi da qualsiasi parallelismo e, finalmente, ci si faccia un sano e salutare esame di coscienza". L’assessorato comunale sta facendo una indagine interna per chiarire se – a maggio e anche prima – vi fossero state segnalazioni sulla famiglia, e come siano state gestite.