"Chiudiamo il negozio Ci viene da piangere"

Moroni e Burini hanno gestito il Salone Moderno: "Qui dal ’69, tagliati capelli e barba per oltre cinquant’anni"

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L’ultima barba al ‘Salone moderno’ sarà tagliata il 31 dicembre. I clienti, affezionati, quelli che non hanno mai tradito in oltre mezzo secolo di storia, si accomodano. Le luci soffuse dell’ingresso, le lampadine, quelle di una volta, e le pagine del giornale che passano di mano in mano. Chi è in attesa commenta i fatti del giorno insieme con quelli che intanto hanno già la schiuma in faccia. Sarà così fino alla fine del mese.

Roberto Burini e Nazzareno Moroni ascoltano con malinconia. "Ci penso già al mattino, appena sveglio. Qui dentro – dice Burini – ho passato una vita". La voce rotta di Moroni, "mi viene da piangere appena ne parlo", a testimonianza di una storia lunga 51 anni per lui, ben 53 per il collega. Chiudere bottega, in questo caso, vuol dire abbassare le sarcinesche di una storia, di un punto di riferimento per la città e per i due gestori di una parte della loro vita.

La storia di questo salone del civico 33 di via Isonzo inizia il 16 dicembre del 1969, quando Burini, appena ventunenne, decide di aprire una porta più in là, dove ora c’è un bar. "Nei primi quarant’anni – dicono i due – il lavoro fu enorme. Intere generazioni si presentavano qui, non solo civitanovesi, ma anche dei Comuni limitrofi".

Noti ristoratori, politici locali e gente comune. Tutti sulla stessa sedia, le mani esperte di Burini e di Moroni ad accorciare quei ciuffi di troppo. "Un estroso modellista negli anni ’70 si addormentava nello sgabuzzino. Vi passava ore e ore, fino a quando non lo svegliavamo". In tanti vanno anche per rilassarsi: "pensi, che in quegli anni avevamo anche la palestra".

Come? Una palestra dentro il salone? "Sì, era uno spazio dove avevamo posizionato gli attrezzi, i pesi e perfino un vogatore. Ti potevi allenare come volevi. C’era perfino uno che veniva qui a fare i massaggi. Solo in seguito sono stati aperti i primi centri sportivi a Civitanova". Ma è vero che avevate un paio di saune. "Esatto, me le propose un rappresentante – spiega Burini - . Erano quelle finlandesi, ad uso singolo. Ginnastica, barba e relax".

Nazzareno Moroni raggiunse Burini nel 1971, all’età di 26 anni. Scese da Osimo, dove iniziò a praticare il mestiere già nel ’57. "All’epoca – ricorda – una barba costava cento lire, il caffè e il Carlino trenta cadauno. Con l’alluvione di Firenze tutto aumentò". Anni e anni passati con le forbici in mano, eppure la tradizione non si scorda mai. "Veniamo dal classicismo, poi è chiaro, con il tempo ci adeguati alla modernità".

Francesco Rossetti