GIULIANO FORANI
Cronaca

Chiusa l’edicola di piazza, se ne va un pezzo di storia

Chiusa l’edicola di piazza, se ne va un pezzo di storia
Chiusa l’edicola di piazza, se ne va un pezzo di storia

di Giuliano Forani

Da qualche giorno le serrande dell’edicola in piazza XX Settembre sono abbassate, riviste e quotidiani sono spariti dalla vetrina. All’ufficio comunale del Commercio è stata trasmessa la comunicazione che la concessione sarà restituita. L’ultimo gestore avrebbe tentato di vendere un’attività che non si limita solo a riviste e quotidiani ma anche a ricariche telefoniche, gratta e vinci ed altro. Nessuno s’è fatto avanti.

Il chiosco è stato aperto a cavallo degli anni ’50-60, o meglio, “nel 1952”, come puntualizza Primo Recchioni che di cose della città sa quasi tutto. Ad aprirlo è stato Walnilo Domenicucci, per tutti Nilo. La mamma Marietta gestiva in corso Umberto un piccolo negozio dove si vendeva di tutto ed anche qualche giornale. Nilo lo trasferì in piazza. Dal 1952 comincia la ’leggenda’ di quell’edicola e di un personaggio unico in città. Nilo era il toponimo del centro cittadino quasi come lo era la piazza. “Ci vediamo da Nilo”, era per tanti il modo di darsi appuntamento. Un personaggio caro per la sua simpatia e anche la serie di bugie che sapeva costruire e sfornare a getto continuo.

Lui non vendeva solo giornali, ma anche notizie. Quasi tutte false. E’ storia che una mattina avesse dato generosamente un consiglio a quella mamma che cercava il pediatra per il suo bambino inappetente: “Non sprecare soldi - le disse - portalo in Comune perché lì magnano tutti”. Ed è storia anche la notizia di quelle morti improvvise, di notte, di questo o quel personaggio, che lui distribuiva serio e compunto. Tutti, invece, vivi e vegeti. Conversare con lui, mentre smistava quotidiani e riviste, era piacevole.

L’edicola era una tappa piacevole per chi aveva cinque minuti da perdere in allegria. Se poi si considera che proprio di fronte alla sua edicola c’era la pizzeria di Ciriàco, altro personaggio unico in città, il quadro è completo. L’edicola era la casa di Nilo, sua e di Antonietta, la moglie, quella santa donna che a lui perdonava tutto, anche qualche puntatina di troppo ai cavalli nell’agenzia aperta proprio lì accanto. E poi le figlie, i suoi ’gioielli’, Elisabetta e Vania.

Dal 1952 fino a al 1990, anno che per l’ultima volta lo vide dietro il bancone, l’edicola di Nilo era appuntamento giornaliero per chi cercava l’informazione, in tempi in cui, la voglia di sapere era tanta, radio, tv e social non ti inondavano di notizie, giornali e riviste erano strumento certo per sapere come andava il mondo.

Le serrande da oggi sono scese inesorabili anche qui. Ieri tutti avrebbero fatto carte false per acquistarla, oggi non ha acquirenti. E piazza XX Settembre senza l’edicola all’angolo davanti al Comune, diventa più vuota e povera, ma anche il segno tangibile dei tempi che cambiano.