Chiusura punto nascite, respinto il ricorso

Il Consiglio di Stato dice no alla richiesta di Comune e comitato. La sindaca Piermattei: "Una pronuncia che va contro il diritto alla salute"

Chiusura punto nascite, respinto il ricorso

Chiusura punto nascite, respinto il ricorso

di Gaia Gennaretti

"La pronuncia dei giudici mina un diritto fondamentale che viene riconosciuto dalla nostra Costituzione: il diritto alla salute". Commenta così, il sindaco di San Severino Rosa Piermattei, la sentenza del Consiglio di Stato, arrivata in tempi record, sulla chiusura del punto nascite di San Severino. L’udienza si è svolta il 18 maggio e si pensava di dover attendere circa un mese per conoscere la decisione dei giudici ma la terza sezione del Consiglio di Stato, presieduta dal giudice Stefania Santoleri, ha definitivamente respinto i ricorsi presentati dal Comune di San Severino e dal Comitato per la difesa e la tutela dell’ospedale Bartolomeo Eustachio. A rappresentare in aula l’ente pubblico è stato l’avvocato Marco Massei, per il comitato è intervenuto invece l’avvocato Stefano Filippetti. La controparte, Asur Marche, è stata rappresentata dagli avvocati Marisa Barattini e Massimo Colarizi, e la Regione dall’avvocato Laura Simoncini. Comune e comitato hanno posto questioni in merito all’eccezione di incompetenza dell’Asur all’adozione dei provvedimenti di chiusura del punto nascite, hanno osservato che la chiusura della struttura non è stata bilanciata dall’attivazione dei sistemi di trasporto neonatale e di trasporto materno così come non sia stata prevista l’istituzione di una guardia medica ginecologica e pediatrica e molto altro. "Auspicavamo una decisione completamente diversa – commenta il sindaco – . Il rammarico è che una decisione di un organo di legittimità come il Consiglio di Stato, peraltro intervenuta dopo sette anni, si sia basata essenzialmente su una constatazione, a posteriori. Il Consiglio di Stato, invece, avrebbe dovuto decidere sulla illegittimità dell’atto di allora, del 2016, e non verificare la situazione attuale che, dopo sette anni, ha modificato i vizi originari". Sulla stessa linea l’avvocato Massei che non nasconde l’amarezza per una sentenza che giudica la situazione a posteriori: "Rispettiamo la decisione dei giudici ma le motivazioni non ci convincono affatto. Noi ritenevamo che la chiusura del reparto in quel momento non fosse legittima perché il punto nascite di Macerata non era adeguato ad accogliere l’utenza di San Severino. E questo lo aveva messo nero su bianco l’Asur stessa. La sentenza è come se dicesse che tutto sommato è andato tutto bene e non ci sono state disgrazie. E grazie a Dio. Forse doveva andare male qualcosa per convincere qualcuno che l’atto non era legittimo?".