Cimatti racconta gli emigranti

Migration

Le storie abbattono confini geografici, culturali e personali, confini che non credevamo nemmeno di avere. Le storie ci riconnettono con le nostre radici e con le radici stesse della narrazione orale, quando ascoltavamo i nostri vecchi attorno al fuoco. È quello che si potrà vivere oggi (ore 17.30) al museo dell’Emigrazione di Recanati, villa Colloredo Mels, con lo spettacolo "C’era una volta in Argentina". Protagonista è Maximiliano Cimatti (nella foto), scrittore ravennate che vive nelle Marche dal 2013 il quale racconta dell’attività di cantastorie a cui si sta dedicando da alcuni anni. Accanto a Cimatti il cantante e chitarrista argentino Martin Navello. "Il mio intento – spiega l’autore – è riportare il racconto orale nei piccoli teatri, nelle piazze, nei musei, nei luoghi di incontro e di socialità in cui c’è qualcuno che crede nella bellezza delle storie". L’ultimo progetto narrativo di Cimatti è nato dopo la visita del museo dell’Emigrazione di Recanati, un luogo che racconta le vicende dei tanti marchigiani emigrati nelle Americhe, in particolare in Argentina, a cavallo tra Otto e Novecento. Grazie all’interesse di Luigi Petruzzellis, direttore del museo, e delle amministrazioni comunali Cimatti realizzerà tre spettacoli ispirati al tema dell’emigrazione, tra cui una dichiarazione d’amore a Fabrizio De André, cantautore molto amato anche in Argentina. Cimatti racconterà le storie dei primi migranti marchigiani che partirono per l’Argentina a fine Ottocento, l’ultima notte di Che Guevara, poi racconterà storie di tango, di desaparecidos e concluderà il suo viaggio con i due gol di Maradona all’Inghilterra nel Mondiale del 1986. Ingresso libero, prenotazione consigliata: 071.7570410 o 393.8761779 (Whatsapp).