
È un furto eccellente quello di cui sono accusati Rosangela Mattei, nipote dell’ex presidente dell’Eni, e suo marito Alessandro Curzi....
È un furto eccellente quello di cui sono accusati Rosangela Mattei, nipote dell’ex presidente dell’Eni, e suo marito Alessandro Curzi. Ieri in tribunale a Urbino hanno chiesto il giudizio abbreviato condizionato per il furto della radio a transistor, una delle prime degli anni ’50, appartenuta allo statista. Il cimelio era sparito lo scorso 25 agosto dal museo di Acqualagna. E il Comune di Acqualagna, con l’avvocato Andrea Casula, si è costituito parte civile nel processo. L’udienza è stata rinviata, per le battute decisive, al prossimo marzo.
L’accusa di cui devono rispondere Rosangela Mattei e suo marito è di furto in concorso. Il Comune di Acqualagna aveva fatto denuncia contro ignoti, consegnando i filmati delle telecamere: "Nel pomeriggio del 25 agosto scorso – raccontava il sindaco di Acqualagna Pier Luigi Grassi –, la nipote di Enrico Mattei era in visita al nostro museo intitolata al fratello di suo papà, già presidente dell’Eni e fondatore del quotidiano Il Giorno, di cui custodiamo alcuni oggetti tutti catalogati dal ministero. Improvvisamente la nostra custode, che aveva fatto alcune fotografie prima di questa visita, si è accorta che era sparita la radio appartenuta a Mattei". Le immagini delle telecamere di sorveglianza, comprese quelle che riprendono l’area intorno al teatro comunale, avrebbero mostrato la nipote di Mattei uscire dal museo con una borsa e consegnarla al marito, che la ripone nell’auto. "Siamo rimasti sconvolti dalle immagini – aveva detto il sindaco –. Immediatamente abbiamo chiamato i carabinieri". Da quel momento si sono perse le tracce della radio, un oggetto al quale Mattei era molto legato, tanto da portarlo con sé anche durante le battute di pesca. Rosangela Mattei aveva negato ogni addebito.