Cingoli, la dirigente Bitti va in pensione

Una vita nella scuola, la preside dell’alberghiero ai saluti: "Che meraviglia insegnare negli Stati Uniti. Ma la mia città è unica"

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Maria Rosella Bitti, dirigente dell’Ipseoa di Cingoli, va in pensione. Per 24 anni docente di ruolo di lingua e letteratura inglese dal 1982 al 2006, nel 2007 vince il concorso per dirigente scolastico e presta il suo anno di prova al liceo leopardi di Recanati. Poi, per sette anni, dal 2008 al 2015, dirigente scolastico dell’Ipssarct Panzini di Senigallia; nel 2015-2016 dirigente-direttrice dell’ufficio scuola all’ambasciata d’Italia a Washington e poi dal 2016 a oggi dirigente dell’Ipseoa Varnelli di Cingoli, oltre a incarichi di reggenza a Falconara, Montemarciano, Ancona Nord, Jesi. Dal 2013 al 2015 presidente provinciale dell’Anp, associazione nazionale presidi, dal 2012 al 2015 presidente della Rete degli istituti alberghieri delle Marche.

La pensione è una scelta in serenità, obbligata dai tempi, o una fuga per ’stanchezza’?

"Andare in pensione è stata una libera scelta, avendo raggiunto il massimo del servizio e non obbligata dalla legge per limiti di età. È stata dettata dal desiderio di dedicarmi alla cura della famiglia, del nipotino e del prossimo che arriverà a settembre. L’ho fatta con grande serenità".

La scuola sembra fin dall’inizio la sua destinazione naturale.

"Ho iniziato la mia carriera giovanissima cercando di svolgere il mio ruolo di insegnante prima, e di dirigente scolastica poi, con grande passione, impegno ed entusiasmo. Già durante gli studi universitari fui chiamata a tenere i primi corsi di inglese alla scuola elementare, e questa prima esperienza accese in me la passione per l’insegnamento. Ho avuto la fortuna di insegnare in tanti e diversi istituti superiori e di ricoprire incarichi di responsabilità grazie anche alle specializzazioni conseguite dopo la laurea. Nel ruolo di dirigente ho svolto il mio lavoro in tutti gli ordini di scuola, dalle materne alle superiori e nell’educazione degli adulti. Ho conosciuto a fondo il sistema scolastico".

Cosa l’ha spinta, cinque anni fa, a volare negli Usa?

"Ho colto la possibilità di un salto di carriera partecipando a un concorso nazionale per ricoprire il prestigioso incarico di direttore dell’ufficio scuola all’Ambasciata italiana di Washington DC. Sono stata scelta per il mio curriculum e dopo un colloquio in parte in lingua inglese. Ho avuto il compito di promuovere la lingua italiana negli Usa, con corsi di italiano in scuole e università americane. Un incarico impegnativo, ma entusiasmante. Ho coordinato le attività nella circoscrizione di Washington Dc e degli altri uffici scuola dei consolati italiani degli Usa. Ho partecipato a meeting internazionali anche a New York e ho avuto il piacere di accogliere scuole italiane in visita negli Usa. La collaborazione con la direttrice dell’istituto italiano di cultura mi ha dato l’opportunità di promuovere la ricchezza letteraria, artistica, musicale, paesaggistica ed enogastronomica del nostro paese, di cui gli americani sono innamorati".

Spesso è stata fuori, ma la sua città, Cingoli, è una costante della sua vita, non è vero?

"Dopo l’esperienza all’estero e 11 anni fuori comune e provincia, ho avuto l’opportunità di tornare nella mia bellissima città e di trasferirmi come dirigente in quella che considero ’la mia scuola’, l’alberghiero di Cingoli. Qui ho ricoperto il ruolo di insegnante, fiduciaria, vicepreside e altri incarichi fin dal giorno della sua apertura, nel 1990, per 17 anni, fino a quando ho vinto il concorso per dirigente. Ho speso tante energie per l’ulteriore crescita di quello che è diventato un prestigioso istituto, unico in provincia. Negli anni ha visto una crescita esponenziale del numero degli studenti che ha portato all’apertura di un moderno convitto per accogliere alunni anche da altre province".

Come è riuscita a conciliare la carriera con il ruolo di moglie e madre?

"Non è stato facile. Però ho sempre avuto il sostegno della mia famiglia, dei genitori, di mio marito e dei miei due figli. Fin da ragazza, negli anno ‘70, ho speso tutte le mie energie per dimostrare che noi donne siamo in grado di intraprendere carriere impegnative senza trascurare la vita familiare, anche se ho dovuto superare molti pregiudizi e ostacoli tipici di piccole realtà".