Supestrada, lo scandalo della galleria. Undici indagati, "Attentato alla sicurezza"

Civitanova-Foligno, chiusa l'inchiesta: manager e tecnici nel mirino della Procura

La galleria della supestrada Civitanova-Foligno

La galleria della supestrada Civitanova-Foligno

Macerata, 17 agosto 2018 - Attentato alla sicurezza dei trasporti e frode nelle pubbliche forniture. La Procura di Spoleto sta andando fino in fondo sulle presunte irregolarità nella costruzione della galleria «La Franca» della nuova Foligno-Civitanova, realizzata nell’ambito del maxi progetto della Quadrilatero. E ha imputato a undici tra manager e tecnici un’accusa pesante come un macigno.

Ovvero avere «compromesso la stabilità e la sicurezza della galleria, così ponendo in pericolo – è scritto nell’imputazione provvisoria – anche la sicurezza dei pubblici trasporti». Dopo l’avviso di conclusione delle indagini, notificato nei mesi scorsi, gli interrogatori degli indagati e le memorie difensive, il pm Michela Petrini sta per tirare le somme di una indagine durata tre anni, con tanto di relazione tecniche con georadar e consulenze di esperti per valurare i rischi della galleria costruita, all’epoca (ma poi completata) con spessori di calcestruzzo inferiori a quelli previsti. In particolare, per l’accusa, il presidente del cda di «Grandi lavori Fincosit», società che fa parte della ValdiChienti SCpA, Carlo Ferroni, i direttori tecnici di cantiere Renato Petrucci ed Ernesto Tedeschi; Vincenzo Costantini, direttore tecnico e membro del cda, il geometra e capo cantiere Antonio Palazzo, Fabrizio Di Placido, in qualità di assistente di cantiere, l’amministratore unico della società che aveva in appalto i lavori della realizzazione del rivestimento finale di cemento della galleria, ma anche il legale rappresentante della società incaricata di effettuare, tramite i georadar, i controlli sullo spessore del rivestimento e l’ingegner Giovanna Cassani che aveva scritto la relazione interpretativa sulle indagini con georadar, avrebbero nascosto le non conformità dell’opera al committente dei lavori, mettendo così anche a rischio la sicurezza per i trasporti.

La frode sarebbe nel risparmio sul cemento e sugli spessori di calcestruzzo della galleria. Reati contestati fino a maggio 2015. Successivamente i lavori furono completati (e rinforzati gli spessori risultati carenti), l’opera collaudata e la «Franca» inaugurata. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Francesco Falcinelli, Laura Modena e Francesco Borscia. L’indagine aveva preso il via dalla testimonianza di un operaio trasmessa dalla trasmissione Report, secondo cui per realizzare la galleria erano stati utilizzati quantitativi insufficienti di calcestruzzo. Abbastanza per far scoppiare uno scandalo tanto che pure Anas aveva subito eseguito sondaggi e confermato una denuncia degli edili.