Civitas, Brandoni: "La responsabilità è politica"

Inchiesta archiviata, l’ex presidente del cda indagato: esternalizzare l’ufficio tributi fu scelta incauta di Mobili.

Dopo l’archiviazione dell’inchiesta Civita.s sul mancato introito di 500.000 euro di tassa rifiuti dalla Asur, Alessandro Brandoni (ex presidente del cda indagato), si toglie i sassolini dalle scarpe. "Si evince – dice – che il cda della Civita.s ha sempre agito nell’interesse collettivo e mai con la volontà di favorire soggetti singoli. Il danno si è avuto per problematiche interne alla società, tra le quali spicca la mancanza di un direttore generale, solo da alcuni mesi nominato, competente in materia tributaria e previsto da Statuto, che avrebbe dovuto avere la responsabilità tecnica della società, invece indebitamente attribuita al cda". Brandoni punta il dito sulle "criticità della Civita.s, emerse in maniera prorompente con l’ultima gestione, da attribuirsi a disfunzionalità intrinseche della società. Se si vuol attribuire una responsabilità per ciò che è successo e sta ancora succedendo, ed è giusto sia fatto, questa è certamente politica e risiede nell’incauta decisione della giunta Mobili di esternalizzare l’Ufficio tributi affidando a Civita.s la concessione per la riscossione e l’accertamento dei tributi". "Tale scelta – continua Brandoni – di per sé critica perché allontana il controllo del Comune su un settore molto delicato, fu foriera di numerosi problemi poiché la società non fu messa in condizioni di operare al meglio e ancora oggi vi sono problemi di personale, di governance tecnico amministrativa e di assetto, dato che la riorganizzazione prevista dalla giunta Corvatta, con il rafforzamento del settore tributi e la cessione dei parcheggi, non è stata messa in atto dalla giunta attuale. Si auspica quindi che il problema dell’Ufficio tributi, delicatissimo per la città, sia finalmente affrontato in maniera competente e definitiva, di modo che fatti come quelli accaduti negli ultimi anni non abbiamo più a ripetersi". L’avvocato Federico Valori, che lo ha difeso, non ha dubbi: "Siamo di fronte a caso particolare. Ovvero, se sia possibile commettere abuso d’ufficio favorendo un altro interesse pubblico. Non si trova una sola sentenza di condanna in merito perché manca l’elemento soggettivo: il dolo. Il mezzo milione perso dal Comune? L’effetto legale sarebbe stato quello di pignorare una tac all’ospedale. Il principio dell’interesse pubblico è stata pacifico per la procura e a mio avviso lo sarà anche per la Corte dei Conti". "Oltre a questo paradosso – conclude – c’è un altro aspetto, ovvero la completa disorganizzazione in Civita.s. Andrebbe verificato se non solo questa della Asur, ma se altre poste non sono state riscosse. E ci sono poi altri aspetti dell’indagine che ci riserviamo di approfondire".

Lorena Cellini