"Col blocco dei crediti non ci sono condizioni per firmare i contratti"

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Il blocco della cessione del credito è la problematica principale, secondo Alessio Cipollari, socio della "Cipollari costruzioni" snc di Belforte del Chienti. "Siamo stati costretti a dire centinaia di no di fronte alle richieste di persone che volevano usufruire del Superbonus 110% per i lavori – afferma l’imprenditore –. Una chiamata ogni tre giorni, ma purtroppo non ci sono le condizioni per firmare i contratti: un’azienda come la nostra (lui, il padre, il fratello e sei dipendenti, ndr), pur lavorando molto nella ricostruzione post terremoto, non può correre il rischio di anticipare 300mila euro per eseguire lavori per case altrui, sapendo che sarà rimborsata un anno dopo. E questo comporta un rallentamento nella ricostruzione. Servirebbero delle procedure più snelle, ma i tempi della burocrazia pesano ancora. Passa troppo tempo dal momento in cui una ditta carica la pratica sul sistema ad hoc a quando questa è approvata e la banca dà l’ok alla contabilità asseverata dal tecnico. I lavori edili dovrebbero andare avanti in modo più spedito, sia perché i ponteggi costano e sia, soprattutto, per i disagi vissuti da chi è fuori dalla propria casa e dai vicini, che indirettamente subiscono gli interventi". Cipollari ricorda gli aumenti dei prezzi dei materiali degli ultimi mesi, sottolineando che la guerra tra la Russia e l’Ucraina non c’entra, e che "le speculazioni sono iniziata col 110%, preparate a tavolino". "È ancora presto per vedere gli effetti del recente prezzario unico del cratere – aggiunge –, ma speriamo che anche gli aggiornamenti, in base all’andamento dei prezzi sul mercato, siano flessibili". La sua azienda, che si occupa per lo più di ristrutturazioni post terremoto (e segue soltanto pochissime pratiche di Superbonus), ha l’attestazione Soa. "Anche secondo me andrebbe fatta – aggiunge –, se non altro per evitare ulteriori speculazioni da parte di aziende fittizie". "I bonus edilizi avrebbero potuto favorire la ripartenza dell’economia dopo la pandemia da Covid – concludono Cna e Confartigianato – ma, dopo avere generato un’enorme aspettativa nei cittadini e nelle imprese, l’atteggiamento ondivago del decisore pubblico ne ha depotenziato l’efficacia".