Colpo da 50mila euro in gioielleria Blitz nel campo nomadi di Foggia

Tolentino, scacco alla banda: cinque indagati e tre misure cautelari. Nei guai padre e figlio

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di Lucia Gentili

Dal furto con spaccata alla gioielleria "Doroinpoi" al Tolentino Retail Park, per un bottino di oltre 50mila euro, fino al campo nomadi di Foggia. Il nucleo operativo e radiomobile di Tolentino, in una complessa indagine, ha individuato gli autori, sottoposti a misura cautelare dal gip del tribunale di Macerata. Un totale di cinque indagati, tre misure cautelari con obbligo di dimora (con divieto di allontanarsi dall’abitazione in arco serale e notturno) a carico di un 22enne rom, del padre 41enne e di un 29enne italiano, rivenditore di auto usate. Il furto risale al 23 aprile 2021. Muniti di attrezzi da scasso e del coperchio di un tombino usato come ariete, i malviventi avevano mandato in frantumi il vetro antisfondamento della gioielleria e, in meno di quattro minuti, avevano arraffato interi scaffali di preziosi. Secondo le ricostruzioni, la stessa notte, in una piazzola di Morrovalle, si era verificato l’incendio di un’auto; i vigili del fuoco avevano evidenziato l’origine dolosa. Vicino ai resti del mezzo, i carabinieri avevano trovato una scatola con il marchio della gioielleria e gli espositori con le etichette dei prezzi. I militari, attraverso le immagini di videosorveglianza dell’area commerciale e del Comune, erano riusciti a visualizzare l’auto e, eseguendo accertamenti all’Anas e alla Società autostrade, avevano ricostruito il percorso del mezzo, una Volvo C70, risalendo all’intestatario: un italiano della provincia di Taranto. Presente nei video anche un furgone Ford Transit, di proprietà della stessa persona, che, da Civitanova, si era allontanato in direzione sud. I carabinieri a questo punto, con l’ausilio del reparto operativo del comando provinciale di Macerata, hanno incrociato i dati. Alla fine dell’attività investigativa, i sospetti si sono concentrati su un gruppo di etnia rom dimorante in un campo nomadi di Foggia. Sia la Volvo che il furgone erano stati acquistati da un giovane che si faceva chiamare Italo. Questi si era recato in agenzie di pratiche auto ad Ascoli e Fano e aveva perfezionato il trasferimento di proprietà in favore di un rivenditore di auto usate, che gli aveva fornito tutta la documentazione necessaria. I compratori, che con la compiacenza dell’acquirente fittizio, si erano procacciati i mezzi per effettuare il colpo alla gioielleria. Si trattava di padre e figlio rom, presenti anche sul luogo del furto e nel percorso ricostruito dai carabinieri sulla base del traffico telefonico delle utenze a loro in uso. L’attività di intercettazione ha consentito di chiudere il cerchio e denunciare all’autorità giudiziaria alcuni soggetti del campo nomadi, indagati anche in relazione a furti in esercizi commerciali e mezzi in sosta commessi in altre parti (tra cui Civitanova). Il 4 marzo i militari del Norm hanno eseguito il decreto di perquisizione nel campo nomadi, con l’ausilio dei carabinieri di Foggia e una squadriglia di cacciatori dello squadrone eliportato carabinieri Puglia. Invece il padre, già noto alle forze dell’ordine, il 16 maggio è stato rintracciato alla stazione di Foggia dove era appena arrivato con un treno da Fano.