Comitato tecnico per l’ambiente

Affiancherà l’unione regionale dei cacciatori dell’Appennino

L’Unione regionale cacciatori Appennino è un’associazione di protezione ambientale che ha come scopo la tutela della fauna selvatica attraverso un prelievo sostenibile, insieme alla valorizzazione del territorio regionale, in particolare appenninico. "L’obiettivo – spiega il direttivo – è di creare un nuovo rapporto tra mondo venatorio, agricolo e l’opinione pubblica nel rispetto delle finalità ambientalistiche, naturalistiche, venatorie e turistiche. Il gruppo di Macerata ha già compiuto un significativo passo. A luglio, si è tenuta a Caccamo l’inaugurazione di un centro di lavorazione della selvaggina, autorizzato Ce, che sta avendo notevole successo. Qui gli obiettivi sono la valorizzazione della carne di selvaggina e il progetto di sviluppo sostenibile della fauna, mitigando nel contempo l’impatto degli ungulati sulle attività dell’uomo. Inoltre, un percorso di valorizzazione del prodotto quale prodotto del territorio ha la potenzialità di favorire la rinascita di una parte fondamentale dell’Appennino, purtroppo ancora segnato dal sisma. Alla realizzazione dell’opera hanno contribuito sia istituti di ricerca che Università. L’Urca regionale è certa che la collaborazione tra mondo accademico e scientifico e mondo venatorio permetta di perseguire uno sviluppo sostenibile nel rispetto della tutela della fauna selvatica e dell’ambiente, ma anche di raggiungere una salute ottimale. Con l’aspirazione di poter essere di supporto alle altre sezioni provinciali, organo necessario di rapporto con istituzioni e opinione pubblica, va rammentato che la salute degli essere umani è legata alla salute degli animali e dell’ambiente. La salute-unica, nota anche come one-health, rappresenta un criterio essenziale per una gestione integrata nella sfera della salute delle persone. Il concetto "one-health" individua questo profondo legame tra uomini, animali e ambiente e l’Urca Marche lo ha riconosciuto, affiancando al proprio operato quello di un comitato tecnico-scientifico così composto: prof Fabio Musso, prorettore alle attività di terza missione Università di Urbino, consigliere Fondazione Una; prof Paola Scocco, docente scuola di bioscienze e medicina veterinaria Unicam; il veterinario Gianni Cammertoni; l’avvocato civilista Mauda Romagnoli, esperta in materia venatoria; la dottoressa Serena Cavallero della Sapienza di Roma, facoltà di farmacia e medicina, dipartimento di sanità pubblica e malattie infettive; il tecnico faunistico Andrea Brusaferro; Stefano Gavaudan del laboratorio diagnostica e centro regionale per le malattie trasmesse da vettori e malattie degli animali selvatici, struttura diagnostica Marche, istituto zooprofilattico Umbria-Marche; il veteriario Roberto Viganò, dello studio associato di AlpVet".