Comuni al voto, i meriti della legge Ciaffi

Comuni al voto,  i meriti  della legge Ciaffi

Comuni al voto, i meriti della legge Ciaffi

Alessandro

Feliziani

Oggi è una domenica elettorale per circa seicento Comuni – tra questi anche Gualdo, Penna San Giovanni e San Ginesio – dove si eleggono i sindaci. L’appuntamento elettorale cade a trent’anni esatti dalla introduzione dell’elezione diretta dei primi cittadini, avvenuta con la legge 81 del 1993, comunemente chiamata anche "Legge Ciaffi", dal nome del parlamentare maceratese che ne fu relatore, riuscendo a condurre in porto un lavoro di sintesi tra ben diciannove proposte di tutti i partiti.

La legge sull’elezione diretta dei sindaci è stata la prima delle riforme elettorali e fino ad oggi rimane quella che ha riscosso maggior successo, non solo per l’unanime consenso ricevuto. La riforma mise fine a frequenti episodi di instabilità amministrativa nei Comuni, spesso frutto di rivalità personali all’interno dei consigli comunali, cui era demandata la scelta del sindaco.

Come ha scritto Adriano Ciaffi in un libro edito dall’Anci, la legge 81 ha riequilibrato i poteri dei cittadini con il ruolo dei partiti, facendo compiere a questi ultimi un passo indietro e ai cittadini un passo in avanti, come protagonisti ed arbitri delle vicende politiche.

Oltre a dare ai sindaci una maggiore forza politica, l’investitura diretta si poneva anche il proposito di superare la partitocrazia. Obiettivo sicuramente raggiunto nei piccoli comuni, dove vige il sistema elettorale maggioritario secco, ma non nelle città, dove per superare lo sbarramento del 50 per cento dei voti o l’eventuale ballottaggio si fa ricorso ad ampie coalizioni di partiti, non sempre omogenee.

Di recente è stata avanzata la proposta di estendere a tutti i Comuni il sistema a turno unico vigente nei paesi sotto a 15mila abitati. L’operazione presenta dei rischi: forse ridurrebbe il ricorso a "coabitazioni forzate" tra partiti, ma potrebbe ridurre la "autorità politica" del sindaco, qualora – in presenza di diversi candidati – risulti eletto con un numero di voti non adeguatamente rappresentativo.